Gli insetti fanno sempre più paura

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Caldo e zanzare da sempre scandiscono le nostre estati. Ma, complice una progressiva tropicalizzazione del clima, gli sgradevoli insetti sono sensibilmente aumentati. A renderli insopportabili non è più solo il fastidioso prurito che provocano le loro punture, bensì il fatto che possono essere vettori di malattie anche molto serie. Quelle di tipo Culex Pipiens, le zanzare nostrane per intenderci e che si cibano del nostro sangue preferibilmente nelle ore notturne e serali a partire dal tramonto, possono trasmettere il virus della West Nile, altrimenti conosciuto come Febbre del Nilo.
Un virus caratterizzato perlopiù da sintomi che scompaiono da soli; in alcuni casi però possono verificarsi gravi conseguenze, fino alla morte, se il paziente ha già un quadro clinico compromesso.  Al momento sono diversi i casi di persone che nella nostra Regione hanno contratto la West Nile: 18 i decessi accertati. A creare un certo allarmismo poi, la comunicazione tardiva da parte di Ausl e Policlinico di Modena relativamente ai primi due decessi verificatisi nel modenese e il fatto che, a differenza di quanto sostenuto sinora da medici ed esperti, la terza vittima non era affetta da patologie pregresse. E come se non bastasse si sono aggiunti anche alcuni casi del virus denominato Toscana trasmesso ai pappataci (nel modenese sono 6 i casi accertati). La dottoressa Cristina Mussini, direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive del Policlinico di Modena, ridimensiona: “in relazione al virus Toscana sono diversi anni che abbiamo attivato una sorveglianza a livello regionale. La malattia può dar luogo a un quadro asintomatico o sintomatico, sino a provocare un’encefalite intensa, ovvero un’infiammazione al cervello. Ha però un decorso benigno, che non porta al coma e, infatti, non si registrano casi di decesso. Essendo trasmessa dai pappataci, insetti che non si riproducono nell’acqua bensì in luoghi asciutti, la disinfestazione è molto complessa”.
E’ dunque meno grave della West Nile?
“La Febbre del Nilo è sicuramente una patologia più seria, anche se è importante non creare allarmismo dal momento che rileviamo la presenza di tali virus da anni. Ciò che colpisce il pubblico è che abbiamo avuto alcune morti dopo ricoveri causati dalla West Nile. Occorre però precisare che il virus non si trasmette da persona a persona e che la morte, quando sopraggiunge, non è dovuta al virus di per sé, bensì alle complicanze provocate ad esempio da una prolungata ospedalizzazione. Il fatto di rimanere tanto tempo in terapia intensiva costituisce un fattore di rischio importante. Proprio per limitare il pericolo di infezioni  vengono ridotti il più possibile i tempi di ospedalizzazione. Meno il paziente rimane in ospedale, meglio è”.
Federica Boccaletti

 

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