Dehor e vetrine: la giusta distanza

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L’assessore al Centro Storico Simone Morelli rispedisce le accuse al mittente. “Il nuovo regolamento sui dehor – spiega – non genera affatto un selvaggio Far West; al contrario offre nuove opportunità per gli esercenti e, al contempo, favorisce socialità e vivibilità”. Il vicesindaco risponde così ai commercianti che, dopo aver organizzato una petizione, hanno protocollato in Comune oltre duecento firme per chiedere di ripristinare il regolamento precedente, il quale prevedeva di poter posizionare arredi sotto gli 80 centimetri di fronte alle vetrine dei negozi vicini solo previo consenso dei proprietari.  “Per colmare il vuoto normativo che c’era sui dehor, abbiamo offerto ai pubblici esercizi di tutto il tessuto cittadino la possibilità di mettere delle sedute esterne al di fuori delle loro attività, dettando i criteri che dovevano rispettare per inscriversi al meglio nel contesto urbano circostante, puntando su un arredo di qualità.
Le modifiche fatte al regolamento prevedono che in alcune zone – penso al rialzato di Piazza Martiri, a Piazzale Ramazzini, a Piazza Garibaldi o alla via della Catena dove per la presenza di appartamenti protetti e il frequente passaggio di mezzi di soccorso non possono essere installate strutture fisse – vi possa essere la possibilità di porre solo delle sedute, quindi, lo ribadisco, solo tavolini e sedie o sgabelli alti”.
A chi teme di ritrovarsi persone comodamente sedute, intente a sorseggiare un prosecco sin davanti alla vetrina, perdendo così visibilità e passaggio, Morelli assicura: “l’Amministrazione darà delle direttive precise circa l’eventuale implementazione del numero delle sedute e la distanza che queste dovranno avere rispetto alle vetrine altrui, nel pieno rispetto delle istanze dei commercianti”. Indicazioni che sono state messe nero su bianco in un disciplinare creato ad hoc dopo la raccolta firme: “attraverso questo atto formale cercherò di rassicurare i commercianti. Sono convinto che nelle zone pedonali del centro storico lo spazio non manchi e che per innalzarne la vivibilità e richiamare persone, soprattutto la sera quando i negozi sono peraltro già chiusi, sia fondamentale offrire maggiori opportunità di lavoro ai pubblici esercizi.
Nessuno vuole compromettere il commercio, altrimenti non investiremmo tanto sul centro…
Ricordo che abbiamo cambiato le tende dei portici, sostituito l’illuminazione, posto rimedio ai gravi dissesti del fondo stradale di corso Cabassi e ora è partito il cantiere per riqualificare Corso Fanti e quello per ristrutturare il Torrione…”. Aldilà degli screzi tra vicini di portico però, a esigere un ripensamento complessivo è Piazza Martiri, “un mare di porfido a volte decisamente vuoto”, ammette Simone Morelli, sul cui rialzato, il vicesindaco vorrebbe sistemare “sedie e panchine simili a quelle già installate nei Giardini dietro il teatro”.
Un tema di cui si discute da anni senza mai trovare una quadra. Certo togliere il mercato spostandolo in via Ugo da Carpi, cornice che peraltro ha riscosso un grande successo, potrebbe consentire un uso totalmente nuovo di uno spazio altrimenti perlopiù deserto.
Jessica Bianchi

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