L’automedica a Carpi resta un’utopia

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Uno specchietto per le allodole, così è stato definito da molti il via libera ad atterraggio e decollo notturno dell’elisoccorso a Carpi. Se l’intervento dell’elicottero, infatti, può rivelarsi indispensabile in territori impervi come quelli montani della provincia, nel nostro territorio le cose sono ben diverse. In caso di gravi incidenti stradali o di sospette patologie tempo-dipendenti, ovvero qualora si renda necessario il trasporto nelle fasce notturne negli ospedali hub, i tempi di percorrenza di un’ambulanza in sirena sono nettamente inferiori a quelli di un elicottero in partenza da Bologna. L’elicottero notturno, aveva sottolineato alcune settimane fa in una nota stampa l’Azienda Usl di Modena, “integra e non sostituisce i mezzi di soccorso via terra”. Parco mezzi che, nonostante l’introduzione di una seconda ambulanza infermieristica disponibile h24 e 7 giorni su 7 all’Ospedale Ramazzini di Carpi, in una città di oltre 70mila abitanti, dovrebbe prevedere un’automedica: utile mezzo di soccorso avanzato che potrebbe intervenire in modo tempestivo in caso di necessità. Ad oggi, la Corte dei Pio ha potuto far affidamento su quella di Correggio: nel 2017 ha compiuto 155 interventi nel nostro territorio e una settantina solo nel corso dei primi sei mesi del 2018. Le cose però stanno per cambiare e non in meglio, perlomeno per i carpigiani. In tutta la provincia di Reggio Emilia, infatti, “è in corso una revisione dell’intero sistema di Emergenza – Urgenza che si concluderà entro la metà del prossimo anno”, spiega la dottoressa Anna Maria Ferrari, direttore del Dipartimento di Emergenza – Urgenza dell’Ausl di Reggio Emilia. Una rivoluzione che, prosegue Ferrari,  “prevede l’inserimento di 6 auto infermieristiche attive 24 ore su 24 e la riorganizzazione delle automediche: le sei attualmente operanti nelle 24 ore, rimarranno tali nelle fasce diurne ma scenderanno a quattro nelle ore notturne e potranno contare sul supporto delle sei auto infermieristiche che stiamo via via introducendo. Non è in atto alcun depotenziamento – chiarisce la dottoressa Ferrari – bensì un netto rinforzo, dal momento che nel reggiano, i mezzi di soccorso avanzato, con medico o con infermiere a bordo, diventeranno 12 nelle ore diurne e 10 nelle ore notturne. Inoltre, il personale che vi opererà non avrà più doppio mandato, poiché automediche e auto infermieristiche saranno completamente svincolate dal lavoro in Pronto Soccorso”. L’automedica di Correggio di notte non è più operativa e cederà il posto, entro la fine dell’anno, a quella di Novellara e questo, prosegue il direttore, “comporterà una ridistribuzione territoriale fra i vari mezzi”. Una decisione resasi necessaria per rispondere alle nuove esigenze interne dell’Ospedale di Correggio: un nosocomio che si è allargato in termini di assistenza, dal momento che vi sono stati trasferiti un Servizio di Diagnosi e Cura e uno di riabilitazione. Un aumento importante di posti letto che, dal punto di vista medico, soprattutto nelle fasce notturne, ha richiesto un ripensamento complessivo”. Una buona notizia per i nostri vicini reggiani che però si ripercuoterà negativamente su Carpi, comportando un prevedibile allungamento dei tempi di intervento in caso di bisogno.  L’introduzione dell’automedica a Carpi però resta un’utopia, poiché, come chiarisce Claudia Cremonini, responsabile del Servizio Emergenza Territoriale 118 Modena, “non è prevista dalla programmazione in ambito provinciale, in ragione della garanzia già esistente di poter fornire una risposta adeguata nei tempi di percorrenza su ruota delle distanze tra l’area di Carpi e gli ospedali di riferimento. Tempi che sono tutti nei parametri previsti dalle normative in tema di emergenza-urgenza. L’assistenza sul territorio di Carpi, peraltro, è stata potenziata da dicembre 2017 con una seconda ambulanza infermieristica disponibile h24 e 7 giorni su 7, che ha consentito di raddoppiare le possibilità di intervento sanitario sul territorio”. Una vittoria, certo. Un traguardo ottenuto grazie allo sforzo congiunto di molti, ma non basta. In Provincia di Modena le automediche h24 sono 4, più un’ambulanza medicalizzata h12 e a queste vanno aggiunte un’auto infermieristica e la rete di ambulanze con infermiere a bordo: “l’integrazione operativa con i territori circostanti e la presenza di una rete di copertura sanitaria avanzata di automediche in provincia – prosegue Cremonini – garantisce la qualità e tempestività dell’assistenza medica, poiché la distribuzione delle risorse professionali sul territorio va sempre considerata in funzione di elementi multipli di valutazione – distanze, tipologie di interventi, vicinanza con PS in grado di accogliere patologie ad alta complessità e oggi anche l’integrazione con l’elisoccorso. Con l’abilitazione di nuove piazzole, tra cui quella di Carpi (a breve ne saranno attivate altre due nel territorio delle Terre d’Argine, a Novi e a Campogalliano), la copertura è stata recentemente estesa anche alle ore notturne, consentendo un’ulteriore possibilità di collegamento quando si rende necessario il trasporto negli ospedali hub (Policlinico e Baggiovara o, in casi specifici, anche fuori provincia), in particolare nelle sospette patologie tempo-dipendenti. L’assistenza medica a pieno regime del Pronto Soccorso è garanzia di un adeguato trattamento dei pazienti, che possono essere trasportati all’interno del Ramazzini dove trova risposta la maggior parte delle patologie, comprese quelle cardiologiche e neurologiche rispetto alle quali solo una parte (le patologie tempo-dipendenti, stroke e STEMI) devono essere trasportate a Baggiovara”.  Carpi non avrà la sua automedica ma potrà contare sull’elisoccorso notturno. Un altro po’ di fumo negli occhi, magari per farci dimenticare il vero nervo scoperto: la mancanza di medici. Per la tutela della salute di tutti, la politica ha il dovere di mobilitarsi come peraltro ha già fatto per ottenere il secondo triagista in Pronto Soccorso e la seconda ambulanza h24. Che qualcuno batta un colpo!
Jessica Bianchi