Carpi e la Bassa orfane dell’autoscala

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Ogni tragedia diventa l’occasione per celebrarli pubblicamente come eroi ma la realtà ha un sapore ben più amaro. Da anni, infatti, lo Stato taglia le risorse al corpo dei Vigili del Fuoco dimostrandosi sordo a ogni legittima e giustificata richiesta di aiuto.
“La situazione è a dir poco paradossale”, denuncia il pompiere nonché segretario provinciale Fns Cisl, Stefano Venturini.
Il sottorganico è ormai cronico e il “Distaccamento di Carpi che dovrebbe prevedere sette unità ne ha costantemente solo cinque in attivo, poiché la mancanza di personale è un fenomeno comune a tutta la provincia e i vigili disponibili devono pertanto essere redistruibuiti”. A rendere la situazione ancor più problematica è l’assenza, in un tessuto cittadino contraddistinto dalla presenza di numerosi condomini, di un’autoscala:  “quella che era in servizio a Carpi e copriva tutta l’Area Nord della provincia è ora assente e questo comporta problemi legati alla tempestività nel soccorso e, allo stesso tempo, compromette la sicurezza dei colleghi, costretti a operare senza l’ausilio di un mezzo fondamentale.
E’ inaccettabile – prosegue Venturini –  che oggi in tutta la provincia vi sia una sola autoscala presso il Comando di Modena quando, fino a qualche anno fa, ve ne erano tre (Carpi, Modena e Pavullo) per garantire la medesima copertura del territorio”.
Ciò significa che, qualora scoppiasse un incendio ai piani alti, nel carpigiano o nella Bassa, i vigili dovranno attendere l’arrivo dell’autoscala da Modena o, nel caso questa fosse già impegnata, da Ferrara o Reggio Emilia.
“Cercare di prestare soccorso in ogni situazione per quanto complessa e portare a casa il miglior risultato possibile fa parte del Dna di ciascun Vigile del Fuoco”, assicura il segretario provinciale, ma avere a disposizione tutti i mezzi necessari, laddove la tempestività gioca un ruolo chiave, può davvero fare la differenza tra la vita e la morte.
L’obsolescenza riguarda anche i mezzi di colonna mobile, “vecchi di oltre 40 anni. L’unico veicolo nuovo che cui era stato consegnato dopo il sisma del 2012  ci è stato tolto per essere assegnato a un altro comando. Siamo dunque costretti a operare con mezzi obsoleti, privi dei minimi requisiti di efficienza e, pertanto, scarsamente sicuri. La situazione del parco mezzi è talmente vergognosa che all’ultima revisione, eseguita due mesi fa, abbiamo perso dieci mezzi, compreso quello ereditato dalla Forestale per gli incendi boschivi che non ha passato il collaudo.
Le scorse settimane il Governo e il Ministero ci hanno assegnato due nuovi mezzi ma questo non risolve il problema; noi – prosegue Venturini – siamo in attesa delle autoscale necessarie per svolgere il nostro servizio di soccorso in modo adeguato e soprattutto di uomini”.
Jessica Bianchi