“Da anni tutti conoscono la situazione sulla linea Modena-Carpi-Mantova, anche Trenitalia, ma quando si tratta di trovare delle soluzioni senza di aspettare la gara dei treni nuovi che avrà corso dal 2019 non ci sentono: continuano a parlare di questa scadenza del 2019, quando arriveranno i nuovi treni ma quelli che stanno circolando adesso sono vecchi al punto che creano un sacco di problemi a noi pendolari. Noi il servizio lo paghiamo già adesso, non è che cominceremo a pagarlo dal 2019”.
A parlare è il portavoce del comitato di pendolari di Carpi, Angelo Frascarolo che, insieme a Giuseppe Poli di Federconsumatori, ha organizzato un’assemblea pubblica presso l’Auditorium Rustichelli martedì 5 giugno per raccogliere le istanze dei pendolari.
Quali sono i problemi?
“Il disagio più frequente è quello della cancellazione dei treni dovuta al fatto che il convoglio non riesce a partire perché ha le porte rotte oppure perché il sistema di controllo non funziona e quindi non essendo in sicurezza non può circolare”.
Oltre al problema del materiale rotabile c’è quello della linea…
“Molte volte è capitato che i treni siano stati soppressi non perché il treno avesse dei problemi ma la linea era inagibile in un certo tratto quindi hano dovuto fermare dei treni che non potevano proseguire per inagibilità della linea di conseguenza questo ha costituito un tappo e alcune corse sono state soppresse”.
Da decenni i pendolari protestano. La situazione è migliorata o peggiorata?
“Ha avuto un andamento irregolare: ci sono periodi di miglioramenti che poi, pian piano, svaniscono perché quando facciamo delle manifestazioni di protesta qualcuno prende dei provvedimenti, mettendo la pezza sui problemi più rilevanti. Quindi per un po’ si va avanti ma progressivamente si torna alla situazione precedente di disagi”.
Quand’è che invaderete i binari per protestare?
Sorride Frascarolo. “Io spero che non lo faremo mai. L’ultima volta che abbiamo fatto una manifestazione è stato il 12 novembre 2011, data che è passata alla storia per le dimissioni di Berlusconi, ma non penso si sia dimesso a causa della nostra manifestazione. Diciamo che eravamo abbastanza arrabbiati”.
Sara Gelli