Il drammatico suicidio di una ragazza di appena 21 anni ha letteralmente sconvolto la comunità di Rovereto sul Secchia. Grandi e piccini, impotenti di fronte alle dimensioni di questa tragedia, si interrogano sulle cause che hanno spinto quella giovane mamma a togliersi la vita. Ed è proprio per tentare di “riunire la comunità” affinché non si senta “sola e in balia dei propri dubbi e delle proprie paure” che l’Istituto Comprensivo Gasparini di Novi, l’amministrazione Diacci e l’Associazione di genitori del territorio, “con grande coraggio” hanno deciso di organizzare due momenti di incontro con il consulente educativo e formatore Marco Maggi.
Due occasioni preziose per meglio comprendere il malessere che accompagna gli adolescenti in questa delicata e complessa fase della loro crescita e, al contempo, offrire strumenti e strategie per fronteggiare il tema della perdita e dell’elaborazione del lutto. Il primo appuntamento, Comportamenti autolesivi in adolescenza, si tiene mercoledì 23 maggio, alle 20,30 presso la Sala Civica Ferraresi di Novi Modena.
Dalla sindrome dell’Hikikomori alla ricerca spasmodica dello sballo e della trasgressione: due facce dello stesso malessere?
“L’autolesionismo, l’isolamento e lo sballo del weekend o, per usare l’espressione calzante di una canzone dei Negrita, l’eutanasia del fine settimana, sono fenomeni in preoccupante crescita.
Per avere una dimensione del problema, basti pensare che su 3mila studenti frequentanti le scuole secondarie di primo grado dell’Unione delle Terre d’Argine, circa 500 ricorrono all’autolesionismo. Come se ciò non bastasse, il nostro Paese è il primo in Europa per quanto riguarda l’iniziazione all’alcol dei minori: un incontro, quello con gli alcolici, sempre più precoce. La Sindrome dell’Hikikomori invece colpisce circa 60mila giovani italiani: si rifiutano di uscire, di vedere gente e di avere rapporti sociali. Si rinchiudono nella loro stanza e lì leggono, disegnano, dormono, giocano con i videogiochi e navigano su Internet. Ma soprattutto proteggono loro stessi dal giudizio del mondo esterno”.
A cos’è imputabile l’acuirsi di tali fenomeni?
“Le cause sono molteplici – sottolinea Maggi – dall’incapacità di esprimere il proprio dolore all’essere vittima di bullismo, cyber bullismo, maltrattamenti o abusi. In altri casi tali situazioni si scatenano in seguito a separazioni o lutti non elaborati. Ovviamente ognuno di noi reagisce in modo differente ad eventi traumatici: c’è chi attiva risorse positive e chi, al contrario, dà il via a processi autolesionisti o di isolamento. Il problema è che tali fenomeni stanno aumentando sempre più: ormai assistiamo a una vera e propria pandemia”.
Come la famiglia a la comunità educante possono intervenire per tentare di contenere i danni?
“Le scuole devono compiere un lavoro preventivo, sin dalla materna, di alfabetizzazione emotiva. La capacità di esprimere le proprie emozioni è fondamentale così come comprendere l’importanza di chiedere aiuto qualora sia necessario.
Viviamo in una società che ci insegna che dobbiamo essere forti ma, in realtà, la fragilità può essere una risorsa, una ricchezza. I genitori per primi devono intrattenere un rapporto equilibrato con le proprie emozioni, in caso contrario non potranno comprendere e sentire quelle dei propri figli. Genitori emotivamente analfabeti non hanno gli strumenti per proteggere i loro figli”.
Aumentano anche in città spiacevoli episodi che vedono protagonisti gruppi di adolescenti…
“Nel branco si superano le fragilità personali. Nel gruppo si può manifestare un forza che singolarmente non si possiede e tale forza spesso fa rima con aggressività la quale, a sua volta, va a braccetto con l’illegalità”.
Il 30 maggio, alle 20,30, presso la Sala Tina Zuccoli di Rovereto sul Secchia, si terrà l’incontro Parole e gesti per dire addio. Un tema spinoso, soprattutto in una società che scansa il dolore così come la morte, ancora considerata un tabù di cui è meglio non parlare.
“La nostra – spiega Marco Maggi – è una società che anestetizza il dolore. Non facciamo altro che parlare di violenza e di morte ma poi non vogliamo affrontarle. Spesso i bambini vengono lasciati soli dopo avvenimenti tragici come la morte improvvisa dei genitori, dei nonni o dei loro animali… aiutare i bimbi ad acquisire gli strumenti necessari per non scansare la tristezza è di vitale importanza. Durante la serata consegneremo ai presenti una guida informativa pensata proprio per sostenere i minori: un sorta di libretto di istruzioni su cosa fare – e non fare – e quali strategie adottare”.
Toccante e straordinaria la lezione che ci offre il poetico film di animazione irlandese, La canzone del mare: “nessuno può proteggerci dal provare dolore, ma possiamo imparare ad attraversarlo”.
Jessica Bianchi