All’aperto c’è posto per tutti…

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I carpigiani che non praticano attività sportiva non hanno tempo da dedicare allo sport e non indicano in maniera significativa come motivazione la mancanza di impianti, “dunque – sottolinea la ricerca dopo aver indagato i giudizi relativi all’offerta di strutture e attrezzature presenti a Carpi – si conferma quanto accennato in precedenza e cioè che sul lato dell’offerta non sono individuate carenze ostative della pratica fisico – sportiva anzi la valutazione è nel complesso positiva”.  Se così fosse, non si spiegherebbe perché, da anni, si ripropone con prepotenza in autunno il medesimo tema della mancanza di palestre e strutture in cui poter accogliere chi vuole fare attività sportiva, dai bambini ai cultori del calcetto. A ridimensionare il tema, è il campione scelto per l’indagine commissionata dal Comune di Carpi dal titolo Carpi: l’attività fisico-sportiva, numeri, valutazioni attese basata su 903 interviste realizzate nella fascia d’età 18-74 per sondare le dimensioni della pratica sportiva e da cui emerge che il 56,8% della popolazione svolge attività fisico-sportiva e il 43,2% no. Allargando il campione a chi fa passeggiate di almeno due chilometri, a chi va in bicicletta, a chi fa ginnastica in casa o al chiuso, a chi svolge attività fisica sul lavoro… è evidente che il tema della carenza di palestre e impianti sportivi perda progressivamente consistenza. E’ ovvio che se il 50,2% del campione svolge attività non organizzata, cioè non è iscritto a nessuna società, circolo o ente sportivo, non frequenta lezioni o corsi e non ha l’aiuto di istruttori o allenatori, non si pone con urgenza il tema della carenza di strutture.  In base alla ricerca, il nuovo pubblico su cui concentrarsi sarebbe quello, seppur vasto, di chi “pratica attività fisico-sportiva nei tempi, nei modi che sceglie o gli sono possibili, sul quale non incidono (o incidono poco) le iniziative delle organizzazioni sportive, che presenta problematiche nuove poco affrontate nelle politiche per l’attività fisica”. E così, a settembre, quando si riproporrà la calca delle società sportive in corsa per ottenere uno spazio in cui fare attività nei mesi invernali, si potrà minimizzare il problema perché “i luoghi prevalenti della pratica fisico – sportiva sono gli spazi all’aperto non attrezzati in città”, dove c’è posto per tutti.
Sara Gelli

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