Piazzale Ramazzini vive di contraddizioni sedimentate negli anni: nemmeno i cartelli riguardanti la sosta danno le medesime indicazioni. Nonostante le ridotte dimensioni del parcheggio, sono due le entrate e altrettante le uscite. Qui sono stati disposti nel 2000 lavori di riqualificazione che hanno determinato l’allargamento del piazzale ma la riduzione dei posti auto da 37 a 23 costringendo comunque la fontana di Flora, un tempo preservata da un perimetro di sicurezza, a una deprimente prossimità con le vetture.
“La viabilità nel piazzale è stata modificata più volte in base a esigenze contingenti ma senza una logica di fondo o una lettura complessiva del piazzale nel suo insieme. Per esempio: l’Amministrazione Comunale nel 2000 mise mano a Piazzale Ramazzini in conseguenza dell’intervento sull’edificio dell’ex Mercato di Porta Modena in funzione del quale furono fatte scelte che oggi non trovano una spiegazione, come la porzione di marciapiede rialzato che corre lungo il fianco di Porta Modena: inutile per i pedoni perché è lunga qualche metro per poi interrompersi e di ostacolo per le auto lungo quel budello di strada tra via Catellani e Piazzale Ramazzini”.
A parlare è il titolare del negozio L’oro-logio, Romeo Bellentani, che conduce una battaglia lunga cinque anni.
“Sono stato in Comune sei volte ma non è servito a niente. Dopo vent’anni qui, non si tiene nemmeno più il conto della gente che va contromano. All’entrata del piazzale in prossimità dell’incrocio c’è chi provenendo da via Catellani svolta a sinistra per entrare nel parcheggio, nonostante ci sia la linea continua: oggi è perfetto come ingresso ciò che un anno fa era pericoloso come uscita”.
L’ultimo intervento del Comune, quello del 2000, (“nove mesi di cantiere per 30 giorni di lavori effettivi e inevitabili conseguenze nefaste per le attività commerciali quando bastava trovare una diversa collocazione per le attrezzature in prossimità delle aiuole”), ha ricavato “passatoie pedonali per chi si recava a fare la spesa al Mercato col carrello, strutture esterne per riporre i carrelli, marciapiedi per il carico e scarico merci, inutili per il Piazzale e inutilizzati dal mercato stesso, il cui declino sarebbe iniziato da lì a poco”. Nel Piazzale, “rifecero i bordi delle aiuole, ci sistemarono uno scivolo e due giostrine, misero mano alle buche nel ciottolato ma non ci fu un ripensamento complessivo degli spazi e dell’area verde”. La questione prioritaria resta sempre quella della sicurezza a rischio per la promiscuità di auto, bici e pedoni che condividono i medesimi spazi. “Se sui marciapiedi ci sono cartelloni pubblicitari o tavolini e sedie, i pedoni scendono sulla sede stradale dove rischiano di essere investiti. Perché non pensare a una fascia protetta che corre di fronte alle attività commerciali e si estende per tre o quattro metri davanti agli ingressi? Perchè non separarla, anche fisicamente rispetto all’area riservata alle auto? Il Comune è intervenuto nel 2016 per modificare nuovamente la viabilità, sempre in base a esigenze contingenti, ma cambiare i sensi di marcia, le entrate e le uscite o chiudere una porzione di via non è stato risolutivo”. L’eleganza degli arredi del centro storico resta in questa porzione sconosciuta: “i lampioni già di per sé brutti sono mezzi bruciati. Due sono stati tolti perché la gente continuava a sbatterci contro durante le manovre ma non sono stati riutilizzati per sostituire quelli danneggiati nel piazzale. Per non parlare del livello generale di pulizia e ordine”.
Romeo non molla e dopo cinque anni continua a difendere Piazzale Ramazzini perché “il centro storico non si ferma alla fine di Piazza Garibaldi e meritiamo maggiore considerazione”.
Sara Gelli