Baby eroina: a Carpi non è emergenza

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Dimenticate le immagini di Christiane F. e il degrado di Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino. I tossicodipendenti riversi negli angoli delle strade col laccio emostatico e la siringa nel braccio non sono che un ricordo sbiadito, appannaggio di anni, i Settanta e gli Ottanta, ormai lontani. La tragedia dei minorenni italiani infatti è del tutto invisibile. Si chiama brown-sugar: eroina da sniffare o da inalare sulla carta stagnola. La scaldano sulla fiamma di un accendino. Basta poco. Niente ago, niente buchi sulla pelle. L’eroina però è la bestia di sempre. Da alcune settimane a Carpi, le Forze dell’Ordine hanno arrestato alcuni spacciatori di eroina nei parchi cittadini. Un fenomeno nuovo? In ascesa? Lo abbiamo chiesto a chi, giorno dopo giorno, si confronta con le dipendenze. “Fortunatamente – spiega Massimo Bigarelli, responsabile del Servizio Tossicodipendenze (Sert) di Carpi – il consumo di eroina nel territorio di Carpi e Mirandola è un fenomeno stazionario da circa dieci anni. Non si registrano picchi, al contrario, basti pensare che lo scorso anno presso il nostro servizio abbiamo avuto un solo nuovo caso di un minore che inalava eroina”. Il consumo di questa sostanza “non è mai tramontato ma non stiamo registrando alcuna emergenza”. A cambiare nel tempo è stata la modalità di assunzione: “già da alcuni anni nei nuovi arrivi, perlopiù minori, notiamo che l’eroina non viene più iniettata bensì fumata. L’uso per via endovenosa resta la modalità adottata dai tossicomani che convivono con questa dipendenza da una vita: in città ci sono eroinomani di 50 e persino 60 anni”. I giovani credono che l’eroina fumata sia meno pericolosa di quella iniettata in endovena ma non è così poiché “crea dipendenza con le stesse modalità, ovvero da uno a tre mesi”. Fondamentale il lavoro che stanno svolgendo le Forze dell’ordine: “gli sforzi profusi da Carabinieri, Polizia di Stato e Nucleo antidegrado della Polizia Municipale sono indispensabili per tentare di sradicare questo fenomeno, tenere alta l’attenzione e non abbassare mai la guardia”, sottolinea Massimo Bigarelli.  Indispensabile anche il ruolo esercitato dalle famiglie, gli fa eco Claudio Ferretti, direttore del Sert di Modena, dove l’eroina è invece balzata “ai primi posti tra i nuovi pazienti”, facendo registrare “ben 100 nuovi casi rispetto al 2016”. Genitori che “osservano i propri figli, che li ascoltano e prestano attenzione al loro rapporto col denaro, possono cogliere alcuni segnali di difficoltà o intercettare comportamenti di rischio sul nascere. Anche aprire la propria casa agli amici dei figli può essere utile per conoscere il gruppo dei pari e coloro che frequentano quotidianamente i loro ragazzi”.
Jessica Bianchi

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