“Da sempre facciamo fatica a trovare profili professionali con formazione meccanica da inserire in Aston Seals: oggi più che mai avremmo bisogno di operai specializzati, periti tecnici e ingegneri” ammette Enrico Lugli, titolare, insieme a Stefano Serri, dell’azienda carpigiana. La mancanza di figure tecniche da inserire nelle aziende del territorio è strutturale e non riguarda solo Aston Seals: il sistema industriale genera domanda ma il sistema non è sufficiente a coprire il fabbisogno.
In un periodo in cui le famiglie sono chiamate alla scelta della scuola superiore per il proprio figlio, da più parti c’è chi richiama all’esame del mercato del lavoro: lo hanno fatto, non senza polemiche, gli industriali di Cuneo scrivendo, in una lettera alle famiglie, che “il nostro dovere è quello di evidenziarvi la realtà. Perché queste sono le persone che troveranno subito lavoro una volta terminato il periodo di studi”. Più vicino a noi, il presidente di Confindustria Reggio Emilia Mauro Severi scrive: “affrontare con risolutezza il problema della disoccupazione giovanile, riducendo il disallineamento fra domanda e offerta di lavoro giovanile, presuppone adeguate politiche di orientamento… Per questo mi sento di sottolineare come i settori caratterizzati dalle maggiori prospettive occupazionali, a Reggio Emilia, sono costituiti dall’industria manifatturiera e, soprattutto, da quelle figure più direttamente coinvolte nella rivoluzione tecnologica: servizi informatici, competenze digitali, meccano-plastica, meccatronica e meccanica in senso lato”. La ricerca di personale in Aston Seals si è fatta più urgente in conseguenza dell’aumento della produzione negli ultimi due anni: “nel mese di gennaio l’azienda ha segnato +30% (anche quella più strutturata farebbe fatica a rispondere a una tale richiesta) per la domanda del mercato italiano, che resta il primo, ma soprattutto – spiega il direttore commerciale Mauro Vignoli – di quello estero, che cresce a velocità particolarmente sostenuta. Le previsioni dei nostri clienti più importanti, leader a livello mondiale, continuano a essere positive anche per il prossimo futuro”.
La crescita dell’azienda carpigiana, fondata nel 2000 e specializzata nella progettazione e produzione di sistemi di tenuta (guarnizioni) per cilindri destinati a tutti i mezzi di movimentazione terra, non si è mai arrestata e dal 2017 ha subito un’importante accelerazione. “La ripresa economica c’è – commenta l’ingegner Stefano Serri – ma nel nostro settore, dove sono le grandi multinazionali i principali concorrenti, ci stiamo giocando un ruolo importante grazie alla maggiore flessibilità che possiamo garantire. La chiave del successo non è il prodotto, né il prezzo, né la qualità ma il servizio è il fattore determinante”. Sicuramente il trasferimento, completato a settembre, nella nuova sede agevola il raggiungimento dell’obiettivo: lavorare in un unico immenso capannone ha migliorato sensibilmente l’efficienza, la logistica e l’organizzazione del lavoro. “Rispetto alla precedente sede sulla Statale Romana le superfici sono raddoppiate, così come è possibile sfruttare maggiori volumi. Inoltre, grazie all’efficientamento energetico, è sensibilmente inferiore la spesa per le utenze”.
La nuova sede all’angolo tra via della Scienza e via San Giacomo, nella zona industriale ovest di Carpi, non passa inosservata per l’estetica ricercata che la caratterizza. Tutto si direbbe, infatti, tranne che è un’azienda meccanica.
Sara Gelli