Porte aperte per la Disneyland del cibo

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La porta d’ingresso di Fico – Fabbrica Italiana Contandina è circondata da scaffali di legno sui quali sono sistemate centinaia di mele vere, tutte differenti tra loro. Lì, a rappresentare la biodiversità agroalimentare del nostro Paese. E’ un’anticipazione delle meraviglie enogastronomiche che si trovano all’interno di questo contenitore da centomila metri quadrati, che misura quanto quattordici campi da calcio messi insieme: il più grande parco agroalimentare al mondo non poteva che nascere a Bologna, la Dotta e la Grassa. E’ il racconto di ciò che finisce sulla nostra tavola proprio dall’inizio. Il primo capitolo di Fico Eataly World comincia in mezzo agli orti, ai campi coltivati, agli alberi da frutto, agli ulivi e passa dagli allevamenti di mucche, maiali, cavalli, galline. Per poi svilupparsi nelle quaranta fabbriche presenti dove scoprire (prima di assaggiare) come vengono realizzati tanti prodotti tipici: dal Parmigiano Reggiano allo scquacquerone della Valsamoggia, dalla Mortadella al Prosciutto di Parma, dai tortellini alla pasta di grano duro, dalle conserve ai confetti di Sulmona. E si può decidere di non accontentarsi di vedere le fasi di produzione dietro un vetro, ma indossare grembiule e cappellino per mettersi alla prova, imparando come si fa il formaggio, il gelato, il cioccolato. Sono tanti i laboratori per grandi e piccini tra cui scegliere. Numerosi anche i punti ristoro dove concedersi uno spuntino stile street food, con il fritto misto, la pizza a forma di portafoglio, le piadine, gli arrosticini, oppure godersi un pranzo e una cena in un ristorante stellato. La spesa si può fare in sella a una bicicletta a tre ruote, ovviamente munita di ampio cestino. Per Oscar Farinetti, patron di Eataly e uno degli ideatori di Fico, questo posto è come una Disneyland del cibo. Ci sono sei giostre, non quelle spericolate da farfalle nello stomaco, ma multimediali: appendici di un racconto, pensate soprattutto per far imparare ai più giovani il rapporto dell’uomo con il fuoco, con il mare, gli animali, la Terra. Perché la missione di Fico, di cui si fa custode l’omonima Fondazione, presieduta dal docente dell’Università di Bologna, Andrea Segrè, è educare alla consapevolezza alimentare e ambientale. Con l’obiettivo dello spreco zero, perché ogni giorno il cibo che resta si porta a casa in apposite borse o viene donato grazie alla collaborazione con Last Minute Market. E della sostenibilità: sul tetto di Fico è stato installato il più grande impianto fotovoltaico d’Europa. Non resta che lavorare  affinché arrivino davvero tanti visitatori, dall’Italia e dal mondo. L’obiettivo molto ambizioso punta a 6 milioni all’anno.
Micaela Romagnoli