Il dj che suona a colpi di joystick

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Metti la passione per la musica e uniscila alla mania per i videogiochi. Aggiungi un pizzico di intraprendenza fuori dagli schemi, e ciò che salta fuori è il dj set firmato dj Reks: non si limita a far girare i dischi alla consolle ma trasmette la musica a colpi di joystick, controllando suoni e velocità a distanza.
All’anagrafe è Gian Marco Righi, 23enne solierese diplomato in grafica pubblicitaria, il dj che si è fatto conoscere in zona per la sua intuizione derivante dall’essere un po’ “nerd” come ci ha confessato lui stesso.
“Da grande patito di  tecnologia e video-games, il joystick era diventato per me una sorta di estensione, per cui ho pensato di attribuirgli un ruolo in chiave musicale, per offrire al pubblico qualcosa in più oltre alla musica. Gestendo la consolle attraverso un joystick bluetooth della Playstation 4, riesco infatti a suonare e a spostarmi in mezzo alla gente, coinvolgendo così tutta la sala”.
Quando è nata la tua passione per i dj-set?
“Ho iniziato a 15 anni a giocare con i primi software base per la riproduzione musicale, poi mi sono appassionato sempre di più a questo mondo. Dalle piccole feste organizzate da amici, sono arrivato in breve tempo a suonare al Duende di Carpi, fino a diventare dj ufficiale di ScuolaZoo, un gruppo di studenti votati all’animazione su suolo nazionale. Ciò mi permette di girare e suonare nei migliori club europei e di collaborare a progetti esaltanti. Una persona che sta contribuendo a farmi crescere in questo campo è poi Alessandro Anania, gestore di un locale a Baggiovara che mi ha dato l’opportunità di esibirmi con i migliori dj internazionali tra cui Dvbbs, Timmy Trumpet, Don Diablo, Oliver Heldens, Dyro e altri ancora, e di avere una mia serata a tema hip hop/reggaeton”.
Per le tue serate ti ispiri a qualcuno in particolare?
“Sinceramente non ho un “mito” a cui mi ispiro musicalmente, ma seguo molto la scena hip hop americana e italiana”.
Cosa significa svolgere un lavoro in cui si è sempre in mezzo a tanta gente?
“Penso sia uno dei lavori più belli del mondo perché mi permette di trasmettere emozioni ad altre persone attraverso la musica e secondo me non è facile. Richiede pazienza e la capacità di assecondare un po’ tutti i gusti a livello musicale. Sono molto contento di come sto vivendo questa esperienza: do alla gente ciò che vuole, ma mettendoci del mio”.
Da alcuni anni si parla di crisi delle discoteche, almeno nel nostro Paese. Tu cosa ne pensi?
“Penso che nell’ultimo periodo sia andato in crisi soprattutto il concetto di divertimento legato alla musica. Al di là dei nuovi meccanismi di isolamento innescati dai social network, semplicemente una volta si andava in discoteca per ballare. Basti pensare al film cult Saturday Night Fever, in cui non si dà valore al locale in sé, ma a ciò che rappresenta: pista, musica a tutto volume, danza, evasione.  Negli ultimi anni invece è stato sopratutto il nome del locale ad attirare per la gente che lo frequentava, diventando di moda per un certo lasso di tempo prima di lasciare il posto a un altro. Questo ha un po’ rovinato lo spirito originario, allontanando molte persone dalle discoteche, ma per fortuna esistono ancora dei locali autentici in cui si pensa prima di tutto a fare della buona musica”.
Qual è per te la “buona musica”?
“Dipende ovviamente dai gusti. L’importante è fare ricerca e studiare per dar vita a un repertorio ampio e variegato ma, al contempo, non troppo disomogeneo. Personalmente, amo i suoni e i remix trap delle canzoni americane, o delle hit dance del momento, poi in base alla serata e a chi ho davanti mi adatto”.
Progetti in arrivo e sogni nel cassetto?
“Primo fra tutti la mia linea di abbigliamento Reksclusive, di cui sto disegnando la nuova collezione che presto uscirà online. E in contemporanea anche l’incisione del mio Rekshop Vol.7: il settimo capitolo dei miei mixtape di hit americane”.
Chiara Sorrentino

 

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