A ritmo di… Futurismo!

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Se in passato poteva capitare di sentir parlare del ‘suono del motore’, da oggi in poi questa espressione potrà acquisire un nuovo significato, grazie all’impresa del vulcanico Stefano Muscaritolo, compositore e chitarrista carpigiano, e della moglie, la pianista azera Kamalia Ali-Zadeh. Ma cosa c’entrano i motori con due musicisti? A scatenare la creatività dei due compagni di vita e di spartito è stato il debutto, nel giugno del 2016, del circuito di Formula Uno a Baku, capitale dell’Azerbaigian.
Per celebrare degnamente l’evento, Stefano ha pensato di ispirarsi al futurismo, il movimento artistico italiano conosciuto in tutto il mondo e che, all’inizio del ‘900, celebrò come mai era avvenuto prima la modernità, il progresso, la velocità e, con essa, il rombo dei motori. Da questa intuizione, unita a impegno, creatività e un pizzico di follia tutta italiana, è nato Futurismo ora!, un appuntamento del tutto particolare, che ha avuto luogo presso lo showroom Lamborghini di Baku. “Inizialmente ci eravamo rivolti alla Ferrari – racconta il giovane compositore – ma sono stati loro stessi a farci presente che quest’anno ricorre il centenario della nascita di Ferruccio Lamborghini, e a metterci dunque in contatto con la casa automobilistica. Questa, sin dal primo momento, ci ha concesso, con grande entusiasmo, collaborazione e carta bianca”.
L’idea di Stefano e Kamalia è stata quella di fondere insieme più arti, come succedeva anche nel Futurismo. Hanno coinvolto gli studenti delle facoltà universitarie di architettura, design e belle arti e il 7 giugno hanno arredato lo showroom con 132 quadri da loro dipinti.
“In quella data, nel salone era presente una Lamborghini Gallardo dipinta a mano, esemplare unico al mondo, ed è stata proprio l’auto lo strumento per la nostra partitura per motore e orchestra”. Così, alla presenza degli ambasciatori italiano, francese, tedesco, argentino, greco, brasiliano, portoghese, spagnolo, israeliano, e di altre importanti autorità azere e internazionali, è stato eseguito un vero e proprio concerto, nel quale anche il rombo del motore ha contribuito all’armonia dell’insieme.
“Realizzare tutto questo non è stato semplice. Prima di tutto si è dovuto compiere un accurato studio ingegneristico, per comprendere come sfruttare al meglio l’acustica di uno spazio non concepito per esibizioni musicali. Nelle prove ci siamo accorti che il rombo del motore era troppo potente e sovrastava quello dell’orchestra: per ovviare al problema abbiamo creato un sistema di pannelli di plexiglas in grado di smorzare i suoni troppo alti. Infine, è stato necessario creare un sistema di vie di fuga per i gas di scarico”. Questo evento, molto apprezzato, ha fatto sì che un pezzo di cultura italiana fosse meglio conosciuta in Azerbaigian: “sono stati eseguiti tre brani. Il primo – spiega Muscaritolo – scritto da me per controtenore, dal titolo Luna, lussuria e velocità mescola l’episodio del viaggio di Astolfo sulla Luna, presente nell’Orlando Furioso, il poema di Ariosto (che quest’anno compie nel 500 anni) e i versi di una poesia di Marinetti, teorico e padre del futurismo.
Poi è iniziata la performance della Lamborghini e i brani eseguiti sono stati Toro infuocato, composto da Kamalia, e 735, ispirato alla formula di Newton, del cavallo a vapore, e opera mia. Entrambi i pezzi sono stati eseguiti dai 18 elementi dell’orchestra d’archi del Conservatorio, mentre a ‘suonare’ la macchina ero io”. I due musicisti stanno pensando di portare l’appuntamento anche in Italia, e nel frattempo non stanno certo con le mani in mano. “Quest’anno a Baku organizzeremo l’edizione autunnale dell’Etno Concert. Un evento che cerca di restituire la complessa e articolata cultura musicale azera, a metà tra Oriente e Occidente, tra musica classica europea e Mugam, la musica popolare azera. Siamo poi reduci da un concerto a Udine, un festival internazionale molto importante, nel corso del quale vengono invitati sempre musicisti da luoghi lontani e, in questa
occasione, Kamalia ha suonato da sola e insieme a un suonatore di Tar, strumento popolare del suo paese natale, antenato della chitarra.
Quest’anno uscirà poi un mio libro, edito da Sandro Teti, sulla storia della musica dell’Azerbaigian”.
Marcello Marchesini