Sforamento dopo sforamento, le polveri sottili imperversano e la qualità dell’aria della nostra città continua a peggiorare. Per tentare di ridurre l’inquinamento, da ottobre a marzo, la Regione Emilia Romagna prevede delle limitazioni alla circolazione veicolare. Ebbene dopo anni in cui il perimetro interessato dalla manovra era grande pressoché come un’aiuola, praticamente solo il centro storico, quest’anno, in vista dell’approvazione del Piano integrato per la qualità dell’aria (Pair 2020), è stato esteso a tutta l’area urbana. Sono infatti spuntati ovunque, da viale Peruzzi a via Molinari, passando per via Roosevelt, cartelli che avvertono la cittadinanza del divieto di accesso dal lunedì al venerdì (fino al 31 marzo 2017) ai veicoli più obsoleti, dalle 8.30 alle 18.30. A Carpi (come in tutti i Comuni sopra i 30mila abitanti) le limitazioni si applicheranno nella zona compresa tra la Tangenziale Losi, la strada Romana nord, la Bretella, via Griduzza, via Cavata, via Secchia, Cavalcaferrovia Lama, via Lama e via Cattani. All’interno di tale area non possono circolare i veicoli a benzina Euro 0 ed Euro 1; i veicoli diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 (anche se dotati di filtro antiparticolato); i ciclomotori e i motocicli Euro 0. Da quest’anno sono soggetti alle limitazioni anche i veicoli commerciali leggeri Diesel Euro 3. E’ stata la Regione ad annullare la deroga in vigore lo scorso anno che permetteva di applicare la manovra solo al 30 per cento del centro abitato: c’è da chiedersi come si potranno raggiungere le rispettive abitazioni, dal momento che è consentito agli automobilisti “fuorilegge” di oltrepassare la “zona rossa” soltanto per arrivare ai parcheggi scambiatori (piscina, via XXV Aprile e ospedale Ramazzini). Il forte inasprimento previsto è certamente riconducibile al timore dell’ente regionale di essere multato per milioni di euro dalla Comunità Europea a causa dei persistenti e reiterati superamenti dei valori limite di PM10. Adottare stili di vita meno impattanti sull’ambiente è un dovere di tutti ma, a destare malcontento e a generare polemiche, è la mancanza di alternative concrete all’uso dell’automobile, oltre al grave ritardo con cui l’Amministrazione ha avvertito la cittadinanza. Malgrado non si faccia altro che parlare di mobilità alternativa le lacune del trasporto pubblico urbano sono sotto gli occhi di tutti (dal cadenzamento alla copertura del territorio). Per non parlare poi della rete (incompleta) di piste ciclabili. La Comunità Europea oltre a imporre a Regioni e, di conseguenza, ai comuni, misure sempre più restrittive, dovrebbe elargire anche le risorse necessarie per far sì che i cittadini possano accusare il colpo senza dover ricorrere ai soliti mezzucci tipicamente italiani, ovvero incrociare le dita e confidare nella mancanza di controlli. Certo la lista delle deroghe alle limitazioni resta infinita (la più originale consente la circolazione a chi ha un’ISEE inferiore ai 14.000 euro) ma, di fatto, il disagio c’è, anche considerando che il parco auto circolante sulle strade cittadine è fatto di numerosi Euro 1. D’altronde è una scelta ecologica anche quella di portare, con la dovuta manutenzione, una macchina a fine vita. Per non parlare poi di chi, un’auto nuova proprio non può permettersela… Ecco per tutte queste persone si profilano un autunno e un inverno in sella a una bicicletta o, al contrario, mesi di convivenza con lo spettro di multe (salate) e il rischio di vedersi sospendere la patente per quindici – trenta giorni (qualora la violazione si ripeta). Il piano aria, che ha una previsione al 2020, oltre alla manovra antismog comporterà poi una vera rivoluzione della città dal punto di vista urbanistico e dei servizi: le azioni da mettere in campo riguarderanno in particolare il potenziamento di piste ciclabili, zone pedonali e verde pubblico, così come l’incremento degli investimenti sul piano del risparmio energetico. Con quali risorse non è dato sapere… considerati i bilanci sempre più magri del nostro Comune.
Jessica Bianchi