“Mia madre potrebbe essere estratta a sorte per decidere il futuro di Aimag”. “Un’opinione ce l’avrà e noi saremmo felici di ascoltarla”. Se questo è stato il tono del botta e risposta tra maggioranza e opposizione in una sede istituzionale quale è quella del Consiglio Comunale, non c’è da stupirsi del fatto che, all’indomani della seduta di giovedì 22 settembre, sui social si sia arrivati all’ingiuria poi stigmatizzatada una parte politica e dall’altra.
Dopo aver definito “stravagante” l’idea dei 5 Stelle di un’assemblea di cittadini investiti della responsabilità di rappresentare la manifestazione della volontà dei carpigiani, non era necessario che il consigliere del Pd Marco Reggiani citasse la madre come esempio di cittadino scarsamente competente. Eppure quella banalità è costata cara al rappresentante della maggioranza a difesa del quale il Pd ha reso pubblico un comunicato stampa per esprimergli solidarietà.
All’ordine del giorno c’era ancora Aimag e gli schieramenti opposti si sono azzuffati sulla medesima sostanza a cui hanno dato forme diverse ma pur sempre all’avvio di un percorso partecipativo puntavano entrambi: la mozione dell’opposizione chiedeva al sindaco di avviare un percorso partecipativo; più dettagliato l’ordine del giorno della maggioranza. Forza Italia li ha sottoscritti entrambi per essere sicura che perlomeno un confronto parta davvero. Durante la seduta il sindaco Alberto Bellelli ha dato lettura del parere del difensore civico regionale che ha dichiarato inammissibile il quesito referendario, dunque l’avvio di un confronto all’interno della prima commissione consiliare, con gli stakeholders e con i cittadini darà l’opportunità di arricchire le proprie conoscenze in vista dell’importante scelta che attende la multiutility di casa.
Ancora una volta però al richiamo irresistibile della logica delle tifoserie non si è saputo resistere: da una parte si sono schierati tutti quelli convinti che la scelta del matrimonio con Hera sia cosa già scritta, dall’altra coloro che insistono sul percorso trasparente intrapreso per arrivare alla scelta finale di un partner.
Ad affondare il colpo durante il dibattito stavolta è stato Roberto Arletti che si è tolto più d’un sassolino dalle scarpe dopo essere uscito dal Pd per costituire il Gruppo Misto e si è lasciato andare a un ‘Ccà nisciuno è fesso’. Arletti ha riesumato la documentazione raccolta a partire dal 2011 per rivelare il contenuto di alcune mail pervenute da amministratori Pd i cui comuni erano già confluiti in Hera. A loro il consigliere carpigiano aveva chiesto un parere e le risposte concordano su uno scadimento della qualità del servizio.
Arletti ha criticato “chi pensa di giocare a Monopoli con questa vicenda. Si crede a scenari futuri incerti e non alle nefandezze di Hera, chi caldeggia la fusione con Hera non ha un proprio lavoro una volta terminato il mandato amministrativo”.
“Mi rifiuto di pensare – gli ha replicato Lorenzo Boni del Pd – che il sindaco ci stia prendendo in giro, il percorso avviato e che prosegue con questo Odg è trasparente, approfondiamo per fare le scelte migliori e non diamo per scontate scelte non fatte”.
Sara Gelli