Le mantelline impermeabili rosse, gialle e blu hanno colorato la città di Cracovia grigia per la pioggia nei giorni della Giornata Mondiale della gioventù. “Il maltempo non ci ha demoralizzato – racconta Riccardo Senatore, 18 anni, rover del Gruppo Carpi 3 – e vedere tutti questi colori metteva tanta allegria. Le mantelline erano contenute nel kit polacco consegnato a tutti i pellegrini al loro arrivo: non riuscivamo più a distinguerci gli uni dagli altri ed è stato un bel segno di fratellanza”. Riccardo faceva parte della delegazione di 170 persone della Diocesi di Carpi, partita su tre pullman domenica 24 luglio dalla Stazione delle Corriere e arrivata, dopo diciotto ore di viaggio, in Polonia. “I controlli alla frontiera sono stati severissimi e abbiamo atteso più di un’ora prima di ripartire. Ma meglio così”. Il gruppo è stato ospite della Parrocchia di Santa Maria Maddalena e San Stanislao nella località di Szczepanow, a circa 65 chilometri dal centro di Cracovia. “Il nostro dormitorio era stato ricavato all’interno della scuola elementare e una lauta colazione ci aspettava al mattino mentre durante il giorno a Cracovia era molto più difficile trovare il cibo e le file erano interminabili”. Ogni giorno a bordo del pullman il clan raggiungeva la periferia di Cracovia e poi a piedi o col tram arrivava al centro della città polacca per partecipare al programma di eventi e celebrazioni: insieme a centinaia di migliaia di giovani, i rover e le scolte della Parrocchia di San Giuseppe hanno attraversato la Porta Santa del Santuario della Divina Misericordia, hanno salutato l’arrivo di Papa Francesco, hanno percorso con lui la Via Crucis, hanno visitato i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Poi hanno partecipato alla Veglia col Santo Padre e alla Santa Messa finale della domenica. “Siamo arrivati nel primo pomeriggio del sabato e ci siamo accampati coi sacchi a pelo per vivere la lunga notte di Cracovia insieme a due milioni e mezzo di giovani. E’ stata l’occasione per conoscere tante persone e scambiarsi oggetti. Io ho conosciuto un ragazzo di Taiwan e un sacerdote giovane del Venezuela che ci ha chiesto di pregare per la sua terra. C’erano moltissimi europei e anche molti giovani del Sudamerica. Tutti scandivano il nome di Papa Francesco ed esultavano. L’emozione di sentire il Papa, dal vivo è moltiplicata”. Il momento più suggestivo per Riccardo è stata la Messa conclusiva quando è stata annunciata la prossima Gmg a Panama. Le parole che lo hanno più colpito le ha pronunciate il papa al suo arrivo a Cracovia, “quando ha detto che vede molti giovani che sembrano dei pensionati e invece lui li vorrebbe vedere vivi, che credono nel futuro e vogliono dare il meglio per il mondo e per la società”.
Sara Gelli