Il cielo da oggi è più biancorosso che mai

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Un pezzo di storia della nostra città si è spento lunedì 25 luglio. A raggiungere l’indimenticato Ciccio Siligardi, ora è anche il carpigiano 96enne Fernando Cavazzuti. Un signore d’altri tempi. Una vita, la sua, spesa nel nome dello sport. Conosciuto da molti come Paian a causa della madre Ines, sorella del podista Armando Pagliani, primo custode del Cabassi, Cavazzuti è stato a sua volta custode dello stadio cittadino fino al 1978, prima di diventare massaggiatore della squadra del Carpi. Cresciuto e vissuto per una vita intera all’ombra del “Grande Vecchio”, Cavazzuti nutriva per la società biancorossa un amore illimitato: per oltre ottant’anni il Carpi è stato nel suo cuore. Sino alla fine. “Il nonno non ha mai perso lucidità, ha letto i giornali fino all’ultimo – racconta la nipote Maria Elena De Franco – e non ha mai smesso di chiedere notizie sul mercato e sull’andamento del ritiro della squadra a Pergine Valsugana. Dopo essere stato ricoverato all’Ospedale per uno scompenso cardiaco, venerdì scorso, poche ore prima di spegnersi, ha chiesto a sua figlia chi avesse segnato contro l’amichevole col Vicenza. Ha voluto sapere tutti i dettagli… Ci ha chiesto anche dello stadio, se fossero iniziati o meno i lavori. E’ morto sereno e l’immagine che porta con sé del Cabassi con la sua amata curva, che vegliava ogni giorno dalla finestra di casa, è intatta. Nessuno è mai pronto a perdere chi ama, ma in famiglia siamo tutti sollevati per come è finita: mio nonno ha avuto una grande vita dedicata al Carpi, al calcio e allo sport in generale. Era un uomo preciso, meticoloso. Un grande vecchio, davvero un uomo d’altri tempi. Ci mancherà moltissimo”. Fernando – che lascia la moglie Ebe, la figlia Loretta, la nipote Maria Elena e il fratello Sergio – amava recarsi ogni giorno al bar dello stadio per bersi un caffè e il proprietario e alcuni tifosi hanno voluto omaggiarlo portandogli in dono la sciarpa del Carpi: i colori della sua squadra del cuore lo accompagneranno anche nell’ultimo addio. “Non c’è altra spiegazione: Dio aveva voglia di ascoltare un secolo di Carpi, ed è venuto a prendersi il migliore per farselo raccontare.  Da oggi – scrive il giornalista sportivo Enrico Gualtieri – il cielo è molto più biancorosso di prima. Se n’è andata l’ultima vera coscienza della nostra Storia. Ma non è un addio, è solo un arrivederci. Continuerà a starci vicino, tutti i giorni. Perché gli uomini così straordinari non ce la fa nemmeno la morte a portarseli via. Se li prende solamente in prestito. Ciao Grande anima. Ti sia lieve la terra”.  Se ne staranno insieme, lassù, Ciccio e Paian, a commentare la prossima impresa del Carpi e a vegliare sui “loro” ragazzi.

Jessica Bianchi