Nella notte del 22 luglio è morto a 89 anni Attilio Sacchetti, personalità di spicco che ha segnato con il suo impegno la storia di Carpi. Chi lo ha conosciuto, lo descrive come un uomo preciso, corretto e leale oltre che di spessore culturale e umano notevole. “Abbiamo preso tantissime decisioni all’interno del Consiglio di Amministrazione delle Opere Pie” ricorda Giliola Pivetti allora presidente. “Aveva l’abitudine di approfondire ogni cosa e invitava gli altri a fare altrettanto. E’ sempre stato trasparente nei processi decisionali e molto moderno nella sua capacità di rappresentare l’Ente in modo non supino. Col vescovo che lo aveva nominato nel Consiglio delle Opere Pie manteneva stretti rapporti ma sottolineava sempre che la sua azione era finalizzata a fare gli interessi dell’Opera Pia: per questo aveva sofferto parecchio quando fu deciso dalla Regione che le Opere Pie emiliano romagnole dovevano essere spodestate per diventare Asp. L’ultima vicenda che abbiamo vissuto insieme è stata con la Fondazione Opera Pia Paltrinieri per la tormentata storia della residenza psichiatrica: era contrario alla sua realizzazione per la preoccupazione legata a tutto l’impianto del rapporto commerciale, difficile da tenere, con De Benedetti e per quella riferita alla presenza di malati psichiatrici nei pressi di una struttura per bambini. Preoccupazioni che il resto del Consiglio non nutriva”. Attilio Sacchetti era dunque persona amata, anche se schiva e non espansiva, “lo apprezzavamo e gli volevamo molto bene e lui stava bene con noi che eravamo trasparenti e leali come lui”. Prima di sedersi in Consiglio alle Opere Pie, il cavalier commendator Sacchetti è stato presidente della Cassa di Risparmio di Carpi (1967 – 1981) e aveva lavorato in Comune a Carpi in qualità di dirigente degli Uffici dell’Anagrafe e dello Stato civile. I funerali sono stati celebrati sabato 23 luglio nella chiesa del Cimitero.
Sara Gelli