L’acqua, che oggi divide, riuscirà domani a unire?

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Oro blu, per un’ecologia integrale è il titolo dell’iniziativa che si è svolta martedì 3 maggio presso la Sala Congressi di Carpi. L’evento, organizzato dall’Istituto Meucci a cura del professor Matteo Mistrorigo, rivolto agli studenti degli istituti superiori e aperto alla cittadinanza, ha voluto richiamare l’attenzione di tutti sull’importanza e attualità di una riflessione sull’acqua, bene primario difficilmente reperibile in molte parti del mondo e oggetto di spreco e speculazione economica in Occidente.  “Se la distribuzione delle risorse idriche fosse equa, spetterebbero a ciascun individuo 20 litri al giorno d’acqua, una quantità insignificante, se solo 5 minuti di di doccia comportano uno spreco di circa 90 litri d’acqua. Due miliardi di persone sul pianeta non hanno però nemmeno i 20 litri quotidiani”, ha spiegato Antonio Senta, ricercatore presso l’Università di Napoli. Senta che ha lavorato a lungo in Sudafrica, occupandosi della discriminazione nella distribuzione dei beni naturali e delle risorse idriche in particolare, nell’affrontare il tema L’acqua come diritto e come strumento di profitto economico, ha insistito su come i processi di mercificazione e privatizzazione dell’acqua, presenti in molte parti del mondo – e consentiti anche in Italia – non facciano che ingigantire il divario tra chi l’acqua può pagarsela e chi no, senza influire sulla diminuzione complessiva del suo consumo. La parola è poi passata all’avvocato Andrea Ballestrazzi, fondatore dell’associazione Ho avuto sete: per il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni di paesi in via di sviluppo o che si trovano in condizioni di difficoltà causate da eventi naturali e sociali. L’associazione finanzia la costruzione di pozzi d’acqua in varie parti del mondo, in particolare dell’Africa. Per Ballestrazzi il volontariato è una sorta di “cammino comune”. Numerose le domande degli studenti, in particolare hanno chiesto quale sia il rapporto tra disponibilità d’acqua e guerre in atto. “Le guerre per l’acqua – hanno spiegato i due esperti – sono al centro della storia attuale, da ormai venticinque anni a questa parte. L’acqua è fonte di conflitti in Africa, in sud America, in Iraq…” L’acqua può unirci o dividerci, così come gli oceani. O il Mediterraneo. Questo tema è affrontato anche dal cortometraggio realizzato dagli studenti di 3°H Turismo del Meucci, nell’ambito del Progetto Ted Tv, di cui è responsabile la professoressa Alessandra Gasparini. Il film, che ha chiuso la mattinata, s’intitola Il lago. L’acqua è insegnata dalla sete e racconta la storia di Asabi, adolescente eritrea profuga, che rievoca davanti  ai compagni di scuola la sua infanzia. Lei, come tanti coetanei, ogni giorno doveva percorrere molti chilometri  per raggiungere il lago e procurare acqua al suo villaggio.  Il corto si conclude con un messaggio di speranza: Asabi trova nei nuovi compagni amicizia e affetto. In riva ai laghetti di Campogalliano un gruppo di ragazzi scherza, gioca, e distoglie la nuova amica straniera dal ricordo drammatico ma anche nostalgico del lago dell’infanzia, che forse non rivedrà più. L’acqua, che oggi divide, riuscirà domani a unire? E’ proprio questa la grande sfida che saremo chiamati ad affrontare nei prossimi decenni. A partire da ora.

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