Un gioiello carpigiano alla conquista degli States

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S = K log R. E’  dalla legge di Weber-Fechner che nasce il nome dei Klogr, progetto musicale sospeso tra alternative rock e post grunge, con qualche pennellata metal. La formazione, italianissima ma dal respiro internazionale, è capitanata dal chitarrista e frontman carpigiano Gabriele “Rusty” Rustichelli (producer della label di casa nostra ZetaFactory), ha un sound potente, ricercato, che spazia da momenti heavy ad altri più melodici.  Contrasti e chiaroscuri che si rilevano anche nei testi, rigorosamente in inglese, sottolineati dalla voce di Lele Rustichelli, maestro nel modulare ed estendere le note, spesso graffiate. Gridate. Una voce, la sua, dalle molteplici sfumature e colori. Conosciutissimi nel panorama indipendente internazionale,  i Klogr hanno all’attivo numerose tourneè in giro per l’Europa e gli States ma non dimenticano le loro origini: “vogliamo portare un poco di Italia con noi. Quello che suoniamo è un genere internazionale che affonda le sue radici in Inghilterra: d’altronde tutti i grandi geni della musica sono nati lì. Basti pensare ai Black Sabbath, ai Rolling Stones, a Sting, a David Bowie… Per il video di Breathing Heart, brano che fa parte di Make Your Stand, ep uscito lo scorso anno, abbiamo deciso di non cadere in nessuno stereotipo, niente corvette né Harley-Davidson né, tantomeno, aree industriali dismesse… in una folle giornata di gennaio abbiamo deciso di portare negli States un pezzo di noi. Luoghi che ci appartengono. Come il bellissimo teatro comunale della nostra città. Gli americani impazziranno: se lo sognano uno spazio così…”. Girato  dal regista e documentarista Roberto Zampa e da Giovanni Joba Vignali, il video è potente. Evocativo. Sognante quasi, grazie al prezioso contributo del musicista e compositore carpigiano Federico Truzzi: “il suo arrangiamento con un quartetto d’archi conferisce un tocco straordinario al testo, donando al video un’atmosfera surreale in stile Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick per intenderci. Bravissima anche l’attrice che si muove sul palcoscenico, particolarmente magnetica”, sorride Lele. Questo video costituisce il punto a capo, “da domani – prosegue il frontman della band, della quale è stato il fondatore insieme al bassista californiano Todd Allen – torneremo in studio, tra le pareti dello Zeta Factory di Carpi, per dedicarci al nostro terzo disco insieme a David Bottrill”: il leggendario produttore canadese vincitore di tre Grammy Awards, nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti del calibro dei Muse, Peter Gabriel, Rush, Placebo, King Crimson, Smashing Pumpkins… Nonostante il successo internazionale, Carpi occupa un posto speciale nel cuore di Gabriele Rustichelli: è qui che vive con la sua famiglia, è qui che sono nate le sue bambine ed è qui che ha creato, in via Cadore, allo Zeta Factory.  Un ‘covo d’artisti’ del tutto speciale. Uno spazio stimolante nel quale incontrarsi, confrontarsi e imparare. Una fucina di idee dotata di quattro sale prove, uno studio di registrazione, etichetta discografica, edizioni, ufficio promozione, video maker, graphic designer e tutto ciò che fa rima con musica. Un’officina creativa dove chi ha talento e numeri può trovare uno staff di professionisti e musicisti in grado di fargli fare il “salto”, aiutandolo a comprendere come muoversi nelle movimentate acque del panorama musicale. “Anche se il mercato musicale italiano, per non parlare di quello underground, sta indubbiamente attraversando un periodo di affanno – spiega Rustichelli – non ho alcuna intenzione di rinunciare al legame con la mia terra d’origine, la città in cui sono nato.  Per questo cerco di fare in modo che l’attenzione rivolta alla mia carriera possa servire anche a promuovere lo Zeta Factory, perché sebbene i Klogr siano molto attivi all’estero, senza radici non si può crescere.  Il nostro territorio ha allevato tanti grandissimi musicisti, e perché continui a farlo occorre che qualcuno si prenda la briga di sostenere le future star anche quando sono sconosciute, credendo in loro e trasmettendo l’esperienza di chi ha già compiuto determinati percorsi. Questo è quello che io e il fantastico gruppo di collaboratori dello Zeta cerchiamo di fare. Mettendoci tutto il cuore possibile, perché senza quello anche lo strumento più raffinato non troverà mai la strada per arrivare al pubblico. Lo Zeta è un catalizzatore di energia”. Quella giusta.

Jessica Bianchi

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