“Dal Cile all’Argentina, passando per gli Stati Uniti, la lingua globale della cucina è ormai l’italiano”. Sono queste le prime parole di Sebastiano Sardo, tra i maggiori esperti enogastronomici italiani, nonché consulente e collaboratore di importanti realtà come Slow Food ed Eataly, ospite del Lions Club Alberto Pio di Carpi. Invitato dall’impeccabile presidente del sodalizio, Grazia Chiurato, Sardo ha raccontato davanti ad attenti e affascinati soci e ospiti, in cosa consisterà il progetto FICO di cui coordina l’assortimento e seleziona gli operatori, durante una piacevole serata al Centro di formazione Professionale Nazareno. “L’esportazione del food made in Italy nel mondo ha un giro d’affari di circa 35 miliardi di euro, il contraffatto italiano oltre il doppio. Il paradosso è evidente: il trionfo dell’enogastronomia di casa nostra a livello globale è dunque solo apparente in quanto non porta i benefici economici che meriterebbe. FICO si pone l’ambizioso obiettivo di contribuire a invertire la rotta”, prosegue Sardo. Come? Strutturandosi come il “racconto della filiera dell’enogastronomia italiana e mostrandone l’immensa ricchezza e biodiversità”. L’Italia è composta da un “mosaico di infiniti prodotti tipici da valorizzare”. Qualche esempio? “Abbiamo tipologie di vitigni quattro volte superiori a quelli della Francia e 10 tipi di cultivar di oliveti in più rispetto alla Spagna… In un territorio piccolo come quello italiano abbiamo un patrimonio sconfinato di tipicità: fare squadra e sistema è la sfida che dobbiamo raccogliere”. FICO, grazie a un’intuizione di Oscar Farinetti, si pone quale “vetrina agroalimentare con 40 laboratori di produzione, dalla mortadella allo squacquerone, dallo yogurt al panettone, alle brioches… A essere presenti a Bologna non saranno soltanto i grandi marchi, bensì i piccoli produttori”. Ad arricchire l’offerta del primo parco agroalimentare italiano vi saranno poi 25 ristoranti: “chioschi che proporranno specialità regionali, dagli arrosticini abruzzesi alle panelle siciliane, e altri a tema. Nei piatti vi saranno solo prodotti made in italy, persino il bar servirà cocktail con ingredienti rigorosamente italiani. FICO – prosegue Sebastiano Sardo – sarà un simbolo dell’orgoglio italiano. Un racconto al mondo dell’italianità. Uno showroom dell’eccellenza del nostro straordinario Paese”. La fabbrica italiana contadina sorgerà nell’area del Caab – Centro agroalimentare di Bologna: “grazie alla riqualificazione della zona – assicura Sardo – toglieremo due ettari di cemento”. Centrale il tema della sostenibilità ambientale, anche dal punto di vista della mobilità: “la cittadella del cibo sarà percorsa da una pista ciclabile e la Bianchi fornirà le biciclette per muoversi all’interno del parco”. Di tutto rispetto l’indotto turistico previsto: “a regime il parco tematico ha la potenzialità di attrarre 6 milioni di visitatori l’anno”, ha infine concluso Sardo che ha auspicato l’apertura di FICO tra circa un anno.
Jessica Bianchi