Abbiamo visto sportivi che si accasciano sul campo all’improvviso e giovanissimi, purtroppo anche nella nostra città, segnati dallo stesso tragico destino. La chiamano morte cardiaca improvvisa perché arriva come un fulmine a ciel sereno: da un momento all’altro il cuore va in fibrillazione e smette di battere. “In sostanza si tratta di una morte inattesa, per cause cardiache, e si presenta anche in assenza di sintomi premonitori”, spiega il dottor Stefano Cappelli, direttore dell’Unità operativa di Cardiologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi.
Dottore quali sono le patologie che espongono al rischio di morte improvvisa?
“La principale patologia cardiaca che è anche causa di morte improvvisa è quella ischemica, ovvero sostenuta da una malattia delle coronarie (le arterie che irrorano le pareti del cuore). Molte altre malattie del muscolo cardiaco e del sistema di conduzione elettrico del cuore possono però portare a un arresto cardiocircolatorio irreversibile. Nella quasi totalità dei casi l’evento fatale è sostenuto da un’aritmia maggiore come la tachicardia ventricolare sostenuta o la fibrillazione ventricolare”.
La morte cardiaca improvvisa riguarda anche ragazzi che vengono stroncati da un attacco di cuore, spesso mentre praticano sport ma, come in alcuni recenti casi di cronaca, anche mentre sono a riposo. Ci può essere una predisposizione?
“Purtroppo la morte cardiaca improvvisa colpisce anche soggetti giovani che, nella maggior parte dei casi, erano affetti da cardiopatie congenite misconosciute ed ereditariamente trasmesse. Eventi avversi possono presentarsi anche a riposo, come i recenti fatti di cronaca ci hanno dimostrato, pur avendo appurato da numerosi riscontri scientifici che l’attività sportiva risulta essere un fattore scatenante. Sicuramente, nel nostro Paese, lo screening medico-sportivo in soggetti che praticano attività agonistica e amatoriale ha ridotto molto la percentuale di morte per cardiopatia (in particolare durante attività fisica)”.
Nelle settimane precedenti l’arresto cardiaco possono manifestarsi segni o sintomi?
“Spesso l’arresto cardiaco si manifesta in assenza di segni premonitori e senza alcun sintomo. Per contro, in altri casi, i soggetti avevano precedentemente accusato disturbi interpretati soggettivamente come di natura extra cardiaca (come anche svenimenti o sincopi considerati accidentali)”.
Dotare ogni luogo pubblico, comprese le scuole, di un defibrillatore, può davvero fare la differenza tra la vita e la morte. Il nostro Paese deve fare ancora molta strada…
“La presenza dei defibrillatori in luoghi pubblici è una strategia fondamentale e risolutiva laddove si dovesse presentare un arresto cardiaco. Peraltro, il decreto Balduzzi, di recente attuazione, impone l’istallazione di questi dispositivi in tutte le sedi in cui si svolgono attività sportive come campi da calcio, palestre, piscine e anche la presenza costante di personale addestrato al loro utilizzo. In altri luoghi, in particolare se molto frequentati come supermercati e stazioni ferroviarie, la presenza di un defibrillatore, sia pur non obbligatoria, è una scelta fortemente auspicabile”.
Jessica Bianchi