“Troppo spesso si cade nell’equivoco di pensare che a un elevato titolo di studio corrisponda la sicurezza di un posto di lavoro e proprio i giovani scoprono presto che si tratta di un’illusione”. L’invito del presidente dell’Istituto Nazareno Sergio Garuti è quello di stare “coi piedi per terra per offrire occasioni concrete a chi vuole investire nella sua formazione professionale. In Italia, però, contrariamente a ciò che sta avvenendo altrove, si valorizza troppo poco l’istruzione e formazione professionale benché dia la possibilità di scegliere un percorso formativo che, dopo tre anni, permette di entrare nel mondo del lavoro”.
Un giorno all’Istituto Nazareno
Si aprono le porte e inizia la visita negli edifici che appaiono come un grande alveare: si incrociano ragazzi che salutano in modo rispettoso, in sala si stanno definendo le mansioni per il servizio in tavola, in cucina è un via vai continuo e ognuno sta portando a termine il suo compito, in aula di informatica si sta svolgendo una lezione al computer. Non c’è nessuno con le mani in mano e tutti coloro che sono di turno vestono in divisa perfetta. Lo scorso anno sono state 160 le domande per entrare in questa scuola a fronte di soli 88 posti disponibili: lo chiamano ‘effetto Masterchef’ ma non è l’unico motivo per cui si sceglie l’Istituto Nazareno. “Gli alunni qui – spiega il direttore Luca Franchini – possono aspirare a una buona preparazione professionale associata a un percorso di formazione della persona”. Nonostante la vulgata ritenga che il mondo della scuola e della formazione in generale sia lontano anni luce dal mondo del lavoro, Franchini si dice convinto che le competenze tecniche specifiche si acquisiscano direttamente in azienda, mentre ciò che manca e le imprese cercano sono le competenze trasversali: la disponibilità al sacrificio, la capacità di comprendere e risolvere i problemi, l’attaccamento e della fedeltà a un luogo o a un gruppo. Aspetti fondamentali nella formazione dei giovani che intendono trovare un lavoro e che solo un contesto familiare, sociale e formativo maturo sono in grado di fornire.
Il percorso di istruzione professionale
La Regione Emilia Romagna disciplina il Sistema di Istruzione e formazione professionale e lo finanzia grazie al Fondo Sociale Europeo. Dopo aver frequentato il primo anno in un istituto superiore, gli studenti possono accedere al percorso di due anni presso l’Istituto Nazareno per ottenere la qualifica di Operatore della ristorazione (2000 ore di cui 500 di stage) dopodiché c’è chi si ferma, chi riprende gli studi concludendo anche il percorso per il conseguimento del diploma e chi accede alla specializzazione (500 ore) di pasticceria, bar o cucina. Oggi sono duecento gli studenti, per il 40% femmine, e provengono anche dalle zone del veronese, del mantovano, del ferrarese e del bolognese.“E’ una gran fatica costruire un percorso pedagogico – didattico in due anni ma si tratta di una grande opportunità che non tutte le regioni offrono” ammette Franchini.
I corsi per adulti
Se nella fascia dei ragazzi le domande di iscrizione superano di gran lunga i posti disponibili, i corsi per gli adulti, spesso persone disoccupate, sono ancor più richiesti e le risorse messe a disposizione dalla Regione non bastano. L’Istituto Nazareno, in quanto ente accreditato presso la Regione Emilia Romagna, organizza corsi finanziati dalla regione stessa o comunque autorizzati (in questo caso a pagamento per chi li frequenta): a fronte di una quindicina di posti disponibili sono sempre un’ottantina le richieste di iscrizione. “Attiviamo corsi per l’ottenimento della qualifica di Operatore della Ristorazione, per Operatore Socio Sanitario (OSS), per Responsabile Attività Assistenziali (RAA), e corsi di aggiornamento ECM per infermieri” specifica Franchini.
L’eredità di don Ivo
L’Istituto Nazareno, nato per volontà di don Ivo Silingardi, resta un punto di riferimento educativo per tante famiglie: personale docente, tutor ed educatori seguono i ragazzi durante le lezioni quotidiane e anche oltre perché su duecento studenti sono circa sessanta quelli che restano ‘a convitto’ mangiando e dormendo presso l’Istituto in cui sono presenti un dormitorio maschile e uno femminile. “Questo è un contesto ambientale in cui i ragazzi si sentono parte di una comunità coesa, – spiega Garuti – in cui personale docente, tutor ed educatori sono attenti agli aspetti della preparazione professionale ma anche a quelli formativi. La visibile crescita degli studenti è motivo d’orgoglio per le famiglie che si ritrovano nel saggio di fine anno”. Al di là di tutto, è questa la soddisfazione più grande per chi all’interno dell’Istituto Nazareno lavora.
L’Istituto Nazareno e la città
Istituzione di carattere ecclesiale e dipendente come tale dal Vescovo, il Nazareno è gestito da un consiglio di amministrazione che garantisce il pieno funzionamento dell’ente di formazione: dal personale docente e non alla gestione degli studenti a convitto, dalle dotazioni e attrezzature fino alle divise, dalle pulizie alle materie prime che servono in cucina.
All’Istituto Nazareno compete anche la manutenzione degli edifici che si affacciano su via Peruzzi dal civico 38 al 44, in tutto tre palazzine, a cui si aggiunge la palestra.
Attualmente al civico 38 sono stati temporaneamente collocati gli edifici della Curia vescovile in attesa del restauro del Palazzo Vescovile in corso Fanti; nella palazzina al civico 40 ha sede il convitto femminile; in quella al 42 c’è una cucina professionale al piano terra e le aule attrezzate per i corsi degli adulti al primo piano, dove si trova anche l’appartamento in cui vive don Ivo. Ai piani superiori, spogliatoi per gli utenti e alloggi per i docenti. Al civico 44 corrisponde l’edificio più esteso che ricomprende il convitto maschile, le aule della scuola, la grande cucina e la sala, gli uffici, gli spazi della ricreazione e per ultima c’è la palestra oggi utilizzata dagli studenti del Nazareno e da quelli del liceo Fanti. “Gli edifici vengono attualmente tutti occupati e la loro manutenzione rappresenta una delle voci che gravano maggiormente sul bilancio” spiega il presidente Garuti. L’Istituto Nazareno rappresenta un valore per Carpi e il cruccio è che non ci sia piena consapevolezza di ciò da parte della città: anche grazie alla sua posizione, il Nazareno potrebbe candidarsi a polo di riferimento per i giovani. Un po’ come la Città dei Ragazzi (quattro case, la polisportiva, il centro di formazione professionale) rinnovata a Modena col concorso di soggetti pubblici e privati.
Sara Gelli