La Onlus che ha fatto rinascere Rovereto

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In quei giorni è stato il pensiero fisso di tanti roveretani: davanti alla devastazione provocata dal terremoto, non vedendo nei primi giorni né la Protezione Civile né amministratori locali, avendo perso anche il parroco don Ivan morto sotto le macerie della chiesa, hanno pensato di essere soli e senza futuro perché mentre altrove si iniziava sin da subito a parlare di ricostruzione, qui le persone si aggiravano per il paese disorientate, senza speranza, con la preoccupazione di risolvere i problemi più elementari come trovare acqua, cibo e un letto su cui dormire. A restituire il senso di comunità alla frazione del Comune di Novi di Modena e a impostare una progettualità di lungo periodo sono stati i cittadini stessi che, dopo una serie di assemblee nate spontaneamente, hanno deciso di darsi degli obiettivi propri di ricostruzione  utilizzando come strumento una Onlus che hanno denominato  Tutti insieme a Rovereto e S. Antonio,  grazie alla quale, paradossalmente, il danno di essere stati ignorati inizialmente dalle istituzioni si è tradotto per i roveretani in un’opportunità. La Onlus sfruttando le professionalità di cui disponeva e mettendo in campo l’iniziativa dei cittadini nel reperire le risorse economiche necessarie ha messo a punto una serie di progetti per la ricostruzione dei servizi essenziali per la popolazione, il tutto poi è stato  proposto all’Amministrazione Comunale che ha collaborato alla loro realizzazione. Tra le principali strutture realizzate: il Centro Servizi Polifunzionale, il Palapanini e la Casa dello Sport, realizzata dagli Alpini, ma che ha visto la Onlus come partner essenziale. Invece di lamentarsi, aspettando aiuti piovuti dall’alto, i roveretani sono riusciti ad andare avanti rimboccandosi le maniche e contribuendo a determinare  il loro futuro. La realizzazione di questi obiettivi ha rappresentato anche un  elemento essenziale a mantener viva la comunità stessa.
I settecento cittadini che hanno costituito l’associazione,  riunendosi in assemblea sotto la tenda del parco parrocchiale dando vita a un consiglio di 19 persone con la volontà di vedervi rappresentate tutte le associazioni locali hanno anche messo a disposizione gratuitamente le proprie capacità, professionalità e relazioni , “senza alcun rimborso nemmeno per i numerosi viaggi in Trentino”, commenta Bacchelli, oggi presidente della Onlus, dando vita a un’esperienza per certi versi unica. A distanza di oltre tre anni  scorrendo sul sito dell’associazione l’elenco dei progetti realizzati dopo il sisma i risultati vanno aldilà delle aspettative. Bastano alcuni numeri per descrivere il miracolo di Tutti insieme a Rovereto e S. Antonio: 940mila euro raccolti, oltre  811mila euro investiti realizzazioni per un valore commerciale di circa 2,5 milioni di euro.
Oltre a interventi concreti di ricostruzione a favore della popolazione, la Onlus organizza iniziative con finalità aggregative, sociali e culturali ed eventi per raccogliere fondi.
“A metà dicembre 2012 partono subito i lavori per la realizzazione del Palapanini: la grande tensostruttura finanziata dalla Panini è stata realizzata in due mesi e mezzo e ha funzionato come palestra, luogo di festa e di ritrovo, punto di riferimento per i roveretani perché tutto il resto era inagibile. In quello stesso periodo sono iniziati i lavori per la realizzazione del Centro Servizi Polivalente, terminato a fine aprile 2013: in questo caso  sono stati determinanti l’apporto dei Comuni della Val di Non, del Consorzio Melinda, della Cassa Rurale Anaunia e  di 140 artigiani trentini che si sono resi disponibili a lavorare a Rovereto per alcuni mesi ospitati dalle famiglie roveretane che  hanno fornito loro vitto e alloggio. Senza di loro non avremmo potuto costruire questa struttura che ospita la Casa della Salute con gli ambulatori dei medici di base, dell’Ausl, la sede dell’Avis e le attività di pubblica utilità del Comune a Rovereto”.
Ormai in dirittura d’arrivo è il progetto più impegnativo, anche in termini  finanziari,  della Casa dello Sport. Annessa alla palestra (ricostruita con il contributo della Regione Emilia Romagna) è stata costruita una struttura a due piani: oltre ai servizi già presenti in precedenza all’interno della Polisportiva sarà possibile organizzare corsi, conferenze, mostre, attività ludiche, momenti di aggregazione per la popolazione oltre a momenti istituzionali per le associazioni. “L’edificio – ci anticipa Bacchelli – si articola su due piani con il bar, la cucina attrezzata per servire quattrocento pasti e una vasta sala”. L’inaugurazione è prevista il 5 e 6 marzo quando Rovereto sarà invasa da centinaia di Alpini: è grazie al sostegno economico dell’Associazione Nazionale Alpini di Trento, infatti, che è stata realizzata la Casa dello Sport. Gli alpini si sono occupati della costruzione dell’opera ospitati dai roveretani per tutto il periodo dei lavori. “In questo caso abbiamo provveduto alla cura dei Map assegnati dal Comune, abbiamo anticipato le spese delle utenze e del vitto a cui ha contribuito in parte Coop Estense tramite il progetto Brutti ma Buoni”. Il fatto di aver realizzato le strutture (donate dalla Onlus al Comune) nella stessa zona, “consentirà di farne un grande centro di protezione civile nel caso malaugurato in cui ce ne fosse la necessità” conclude Bacchelli. Alla Onlus si deve anche il finanziamento del sagrato della chiesa, l’acquisizione, insieme all’Istituto Comprensivo delle scuole elementari e medie  di Novi, di quaranta Lavagne interattive multimediali (Lim), è stato finanziato il percorso aromatico per il nido Girotondo, sono stati recuperati gli arredi dismessi della Pioneer (per un valore complessivo di 200mila euro, destinati alla Casa dello Sport e ad associazioni  ed enti).
Sul fronte delle iniziative, l’ultima ha animato Rovereto durante il Natale quando è stato indetto il concorso rivolto ai bambini di cui venivano premiati i disegni più belli grazie ai bollini distribuiti negli esercizi commerciali. Infine la Onlus attraverso il progetto Gestiamo il parco  si occuperà della gestione di alcuni parchi pubblici rifacendo l’illuminazione  e costituendo un gruppo di volontari di cui possano far parte persone che hanno perso il lavoro. “L’obiettivo – rivela Bacchelli – è quello di far fiorire questo paese puntando alla qualità della vita: qui le scuole hanno le dotazioni tecnologicamente più avanzate, siamo al crocevia di due importanti piste ciclabili, puntiamo al rispetto dell’ambiente e del verde pubblico e possiamo vantarci di essere una comunità coesa. Il rischio è quello di ricostruire gli edifici del paese ma senza nessuno che li venga ad abitare”. Sul piano personale, Maurizio Bacchelli traccia infine un bilancio di questa meravigliosa avventura della Onlus e ammette: “pur nell’enormità della sventura che abbiamo vissuto col terremoto, io ho avuto la fortuna di incontrare persone di grandissima umanità. Relazioni che mi hanno arricchito dentro e che conserverò nel tempo”.
Sara Gelli

 

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