Stavolta ce la farà?

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Niente di nuovo sul fronte occidentale: i protagonisti dello scontro restano in trincea. La situazione si trascina da tempo e la direzione regionale del Pd fissata per il 2 novembre non ha fatto altro che riaccendere le polemiche fomentate dalle indiscrezioni in base alle quali “la componente carpigiana del Partito Democratico – scrive la Gazzetta di Modena del 29 ottobre – preme per l’ingresso a Bologna di Enrico Campedelli”. L’ex sindaco di Carpi è il primo dei non eletti in consiglio regionale e potrebbe fare il suo ingresso nell’Assemblea legislativa solo se Palma Costi, nominata assessore regionale rinunciasse al suo posto di consigliere. “L’ordine del giorno che sarà discusso è inequivocabile: i consiglieri regionali chiamati a ricoprire la carica di assessori regionali si assumano l’impegno di dimettersi da consigliere regionale e svolgano esclusivamente l’incarico fiduciario”. La Costi finora si è assunta l’onere di svolgere entrambi gli incarichi a cui ha diritto: nel primo caso perché nominata da Stefano Bonaccini e nel secondo perché votata dagli elettori.
Immediata la smentita del segretario del Pd di Carpi: “Non c’è alcun caso politico Costi-Campedelli. In queste settimane abbiamo lavorato – sostiene Marco Reggiani in un comunicato stampa – insieme ai circoli Pd dell’Area Nord per costruire un tavolo che affronti i temi e i problemi più urgenti comuni all’intera area”. E’ Repubblica on line del 3 novembre a svelare i retroscena della direzione regionale del Pd durante la quale “il presidente Stefano Bonaccini avrebbe proposto un potenziamento dell’impegno dell’assessore alle Attività produttive Palma Costi, suggerendo al tempo stesso le sue dimissioni da consigliere regionale. L’annuncio è stato dato in un clima di grande serenità, senza particolari elementi di sorpresa mentre dallo staff della Costi – scrive Repubblica – confermano solo la richiesta di un maggiore impegno sulla ricostruzione post sisma senza porre sul tavolo il tema delle dimissioni”.
Non sarebbe la prima volta che la Costi risponde picche. Già all’indomani delle elezioni aveva dichiarato che si trattava di “una questione di coerenza verso le migliaia di persone che mi hanno votato. Rimanere in consiglio è anche motivo di risparmio per la macchina regionale, dal momento che per due incarichi avrò un solo stipendio”. A uscire allo scoperto prematuramente con un comunicato datato venerdì 6 novembre è stato il segretario del Pd modenese Lucia Bursi, per la quale “il nuovo ingresso di un consigliere modenese in Assemblea legislativa può significare una più ampia rappresentanza per l’intero territorio modenese”. La Bursi però è parte in causa perché la sezione modenese del Partito Democratico potrebbe trarre giovamento dall’eventuale ripescaggio di Campedelli. Come ricorda Repubblica, “l’ex sindaco di Carpi che attualmente ricopre il ruolo di coordinatore della segreteria provinciale, uscirebbe infatti dalla procedura di solidarietà attivata quest’anno dal Pd locale per far fronte a una grave crisi di bilancio”.  Un fuoco di fila al quale difficilmente Palma Costi potrà resistere ancora per molto.
Sara Gelli