Sono tornati gli apprezzati incontri del professor Alfonso Cornia sulle grandi menti che hanno fatto la storia della scienza. Promossi dall’Università Libera Età Natalia Ginzburg, gli appuntamenti, che si svolgeranno tutti a partire dalle 20.30 presso la Casa del Volontariato di Carpi, sono stati inaugurati dalla figura di Galileo Galilei, sicuramente il più celebre degli scienziati italiani. Martedì 27 ottobre, incontro dedicato a Michael Faraday, tra i padri dell’elettromagnetismo e dell’elettrochimica, mentre giovedì 5 novembre si affronterà, per il terzo incontro, l’affascinante e per certi versi enigmatica figura di Nicola Tesla. Il ciclo si concluderà giovedì 12 novembre, con il padre della teoria della Relatività, Albert Einstein, esempio non soltanto di mente geniale, ma anche di scienziato capace di confrontarsi con la propria contemporaneità e con gli interrogativi morali sollevati dalle applicazioni tecniche delle scoperte scientifiche. “Così come letteratura o pittura fanno parte del patrimonio culturale di un Paese – spiega il professor Cornia – così anche la scienza è importante per comprendere le varie epoche storiche. E per conoscere meglio i grandi scienziati, le cui scoperte hanno rivoluzionato il mondo, occorre interrogarsi sulla loro collocazione sociale, sugli episodi che ne hanno costellato le vite. Comprendere insomma perché e come hanno trasformato il proprio tempo”. Questi corsi colmano anche la frequente lacuna della formazione scientifica del cittadino medio: “fermo restando le molte e lodevoli eccezioni, è indubbio che nel suo complesso la scuola italiana viva quella che, a mio avviso, è un’eccessiva compartimentazione di discipline alle quali invece gioverebbe contaminarsi vicendevolmente. Questo vecchio vizio deriva certamente anche da un’impostazione gentiliana della scuola, per cui i saperi umanistici si trovano a un gradino superiore rispetto a quelli scientifici, presi in considerazione quasi solo per le proprie ricadute nella tecnica”. Nei suoi incontri, Cornia cerca di affrontare temi complessi trattandoli in modo che tutti possano comprenderli, senza tuttavia banalizzarli: “la sfida e il piacere consistono esattamente nel fatto di poter far sì che chi è a digiuno di tali argomenti possa carpire le idee di fondo e sviluppare il desiderio di approfondirli ulteriormente. Non a caso negli ultimi anni gli incontri sono arricchiti da letture di testi originali, in modo da incentivare l’approfondimento individuale. Chi ha già un certo grado di conoscenza potrà invece cogliere secondo punti di vista differenti quel che già sapeva. In questa impresa non sono solo: per preparare gli appuntamenti mi lascio aiutare dai testi scritti da scienziati per parlare dei campi che conoscono meglio e, sinceramente, mi diverto molto, dal momento che rappresentano una bella occasione di aggiornamento e ripasso anche per me”. Il professore lancia poi una proposta che caldeggia da tempo, quella di un festival che abbia la scienza come sua protagonista: “spesso anch’io sono tra il pubblico di Festival Filosofia e Festa del Racconto. Mi chiedo se non sarebbe opportuno, anche considerando quanti studenti carpigiani frequentano facoltà scientifiche, creare un’analoga kermesse dedicata alla tecnologia e al pensiero scientifico”. Insomma, se viviamo in una società libera, florida e democratica, il merito è tanto della filosofia quanto della scienza, tanto di Mill quanto di Galileo, tanto di Kant che di Einstein. Perché, dunque, non far scendere nelle piazze anche il metodo scientifico e i suoi campioni?
Marcello Marchesini