“Necessari per salvaguardare il Servizio Sanitario Nazionale”

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Dalla radiologia diagnostica comprendente risonanze e tac alle prestazioni di laboratorio come l’esame del colesterolo, dalle prestazioni odontoiatriche alla medicina nucleare e agli esami di genetica: in tutto sono 208 le prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale che finiscono sotto stretta osservazione con il provvedimento in preparazione al Ministero della Salute. Se si tradurrà in un decreto si taglieranno gli sprechi e si eviteranno esami “inutili”, come sono stati definiti dal ministro Beatrice Lorenzin.  Secondo il Ministero 13 miliardi vengono spesi inutilmente ogni anno a causa dell’eccesso di prescrizioni, ritenute spesso superflue per arrivare a una corretta diagnosi.  Da qui, la decisone del Governo di andare a recuperare risorse finanziarie proprio nelle pieghe di questa costosa sovrabbondanza, introducendo inoltre sanzioni pecuniarie per i medici che non rispettano i criteri di appropriatezza per l’erogabilità di esami e visite.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Annalena Ragazzoni, medico di famiglia con specializzazione in geriatria, cosa ne pensa.
Secondo lei sono necessari questi tagli?
“Se la posta in gioco è difendere un Sistema Sanitario Nazionale universalistico ed equo, allora sì. Per farlo è necessario che tutti noi, dagli operatori sanitari ai cittadini, ci impegniamo a combattere gli sprechi di risorse che andrebbero a scapito di altri fronti come i nuovi farmaci o le procedure diagnostiche di ultima generazione”.
Il rapporto fiduciario tra medico e paziente rischia di essere compromesso?
“Il cittadino potrebbe pensare che il medico non gli prescrive un esame “appropriato” perchè il Sistema Sanitario glielo vieta. In realtà è sul concetto di appropriatezza che dobbiamo riflettere.  Un esame è appropriato se prescritto al paziente giusto, nel momento opportuno e per una valida motivazione, ossia con un quesito diagnostico che, se confermato, cambierebbe la terapia per quel paziente. E’ inappropriato invece richiedere un esame per sedare l’ansia del paziente a spese della collettività”.
Il sindacato dei medici dirigenti Anaao sta progettando per novembre uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana, e il segretario Costantino Troise ha affermato: “non è compito della politica definire i criteri dell’appropriatezza clinica, valore in cui pure ci riconosciamo, invadendo l’autonomia e la responsabilità dei medici”. E’ d’accordo?

“I medici si sono indispettiti soprattuto per il metodo “calato dall’alto”, impositivo e non condiviso con le categorie professionali, oltre che per l’approccio punitivo basato sulle sanzioni. In realtà, molte Asl come la nostra stanno già lavorando da anni sull’individuazione di linee guida comuni per i percorsi diagnostico-terapeutici, istituendo tavoli di lavoro con medici ospedalieri, spcialistici ambulatoriali e medici di  famiglia proprio per  razionalizzare le prescrizioni”.
Con questo decreto sono previsti tagli alla sanità per 2,3 miliardi mentre il nostro rimane il Paese in cui si pagano più tasse rispetto alla media europea. Ritiene giusto cercare di risparmiare in un settore già fortemente vessato?
“I risparmi dovrebbero essere riutilizzati all’interno del SSN per altri settori, ad esempio per i farmaci innovativi come la terapia dell’Epatite C.  C’è da dire però che il decreto è sostanzialmente il frutto di decisioni politiche, come quella relativa alle prestazioni odontoiatriche su cui si è fatta appunto una scelta politica e non di appropriatezza medica, scegliendo di concederle solo alle categorie in condizioni di vulnerabilità sociale e sanitaria”.
Per i cittadini l’effetto principale del decreto è di dover pagare di tasca propria gli accertamenti medici, ma in tempo di crisi purtroppo molti saranno  costretti a rinviare i controlli per problemi economici. Questo non rappresenta una minaccia al loro stato di salute?
“Se gli esami vengono prescritti in modo appropriato non ci dovrebbero essere conseguenze sulla loro salute. Tuttavia, nel decreto si rivedono anche i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), come per le prestazioni odontoiatriche di cui parlavo prima, per cui in effetti vengono tolti servizi a categorie che sinora ne usufruivano.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a molti tagli dal basso: prestazioni sanitarie, aumento dei ticket, blocco dei turn over del personale, diminuzione dei posti letto ospedalieri. Adesso i cittadini vorrebbero che fossero razionalizzati anche i posti e gli stipendi dei dirigenti, ma per far ciò occorre anche un’assunzione di responsabilità del cittadino nell’utilizzo delle risorse pubbliche”.
Chiara Sorrentino