“Questa è la scuola del mio cuore”

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“Ho un debito di riconoscenza nei confronti del Leonardo da Vinci, il quale, nei miei anni di docenza qui, mi ha dato moltissimo, umanamente e professionalmente. Un istituto che ha fortemente sofferto, dapprima a causa del terremoto e poi per la terribile scomparsa di Maria Capone. Tornare tra queste mura, a contatto con colleghi che stimo, in un ambiente dove la qualità didattica è altissima, è per me un grande piacere e un privilegio”. Sono queste le prime parole del nuovo dirigente dell’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci, Paolo Pergreffi, che conserverà anche la reggenza di un istituto comprensivo a Nonantola. Un doppio e gravoso incarico causato dalla “mancanza di 35 presidi in tutta la Provincia di Modena”. L’entusiasmo però non gli manca, così come la determinazione a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.
L’Itis è un istituto complesso la sua azione su cosa si concentrerà? Quali sono le priorità che ha individuato?
“C’è molto da lavorare in particolare sull’efficienza delle procedure, con particolare riferimento allo sviluppo dei progetti e agli acquisti. Le norme ci impongono tanti lacci che ci impediscono di lavorare con rapidità soprattutto quando si ha a che fare con progetti certamente qualificanti ma complessi e strutturati come, ad esempio, Escorpio e quello di scambio culturale con scuole di Inghilterra, Norvegia e Romania, Erasmus Plus, messo a punto dai nostri docenti di inglese e finanziato dall’Unione Europea. Entrambi presuppongono infatti viaggi all’estero, reperimento di fondi…”.
Quanti sono gli iscritti in questo nuovo anno scolastico?
“Abbiamo ben 11 classi prime con oltre 250 nuovi iscritti. La nostra scuola cresce, gli spazi, purtroppo, no. Abbiamo ottimizzato ogni angolo disponibile, persino l’aula consiliare è stata convertita per ospitare le lezioni. Dopo gli interventi calendarizzati quest’anno su Meucci e Liceo, la Provincia di Modena ci ha garantito che, nel prossimo futuro, prevederà un adeguamento anche del nostro istituto”.
Da anni il Vinci si distingue per lo stretto rapporto di collaborazione che intrattiene con il tessuto imprenditoriale locale. Nonostante le risorse sempre più scarse proseguiranno gli stage in azienda?
“Assolutamente sì e, grazie alla legge 107 del pacchetto Buona Scuola, le ore di stage da compiere nell’ultimo triennio dovranno salire a 400. Il Comitato tecnico scientifico (il quale annovera esponenti del tessuto imprenditoriale e associativo locale) che ci aiuta nella progettazione degli stage e nella collocazione dei ragazzi nelle varie aziende del territorio, unitamente ai nostri docenti, avrà davvero una considerevole mole di lavoro da sbrigare”.
Numerosi i ragazzi stranieri che scelgono il Vinci.
“Gli stranieri all’Itis sono presenti da anni, perfettamente integrati e appassionati alle materie di indirizzo. Uno di loro siede tra i rappresentanti degli studenti in Consiglio di Istituto: la sua è una voce preziosa per questa scuola”.
A latitare sono le ragazze…
“Le studentesse iscritte frequentano tutte il corso di informatica: vorrei che le ragazze comprendessero che anche meccanica ed elettronica possono offrire loro grandi opportunità lavorative. Oggi, infatti lavorare in quei settori significa soprattutto progettare e non più sporcarsi, per così dire, le mani, su torni e fresatrici. Anche le ragazze dovrebbero scegliere questo istituto perché qui si fanno attività appassionanti. La passione è tangibile, soprattutto nel triennio. Si sente. Si respira”.
Quanto è importante oggi, per un futuro collocamento nel mercato del lavoro, una formazione tecnica?
“E’ essenziale. Basti pensare che, alla base della potenza economica di un paese come la Germania, sta una formazione professionale e tecnica tra le migliori al mondo. Anche la forza del distretto di Modena in parte è riconducibile ai grandi e storici istituti tecnici della provincia, dal Corni al Fermi. Nell’area carpigiana il Leonardo da Vinci fa la sua parte”.
Infine una riflessione sulla riforma della scuola. Quali, a suo parere, i pro e i contro?
“Nonostante le numerose contestazioni, il mio è un giudizio positivo sia per quanto riguarda gli aspetti legati all’assunzione del personale che su quelli inerenti il ruolo dei dirigenti, il cui lavoro sarà valutato. Sono profondamente convinto che l’istituzione scolastica per evolversi e migliorare avesse bisogno dell’introduzione di due valori fondamentali ovvero merito e valutazione. Con la riforma un primo passo in questa direzione è stato fatto. Per noi aumentano gli oneri poiché, dovendo approntare un Piano triennale di sviluppo e offerta formativa, siamo costretti a proiettarci nel futuro e a fare sin da ora i conti con la richiesta di personale aggiuntivo per potenziare l’organico interno (il quale sarà assunto entro la fine di novembre) ma siamo positivi. Il tempo è galantuomo e sarà lui a dirci, sul medio e lungo periodo, se questa riforma sarà efficace e qualificante”.
E tra le idee del nuovo dirigente ve ne è una che, certamente, piacerà a molti ex studenti del Vinci: “sull’esempio di altre scuole, mi piacerebbe fondare un’associazione di ex allievi ed ex docenti dell’istituto, per raccogliere fondi, attivare iniziative e, allo stesso tempo, per mantenere una sorta di spirito di corpo. Un modo per riunire tutti gli amici della nostra scuola e mantenere vivo un legame. Un’identità”.
Jessica Bianchi