Roma: e se ci andassimo in bicicletta?

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Hanno seguito le sponde del Po, hanno ammirato il paesaggio delle Valli di Comacchio e poi si sono imbarcati nell’avventura che li ha portati Oltralpe, da Roncisvalle fino a Santiago de Compostela. Tanti i viaggi già compiuti dall’affiatato gruppo di carpigiani che, puntualmente, si danno appuntamento nel bel mezzo dell’estate per raggiungere un altro traguardo. Insieme. I panorami cambiano, ma l’intenzione rimane la stessa: “Fare un viaggio. In bicicletta. Senza la tensione dell’agonismo, ma animati dal piacere di ammirare ciò che ci circonda, con calma. Perché in bicicletta si può fare”, racconta Vanni Fregni. “E, in sella, si può staccare dai ritmi frenetici a cui siamo abituati durante l’anno: è un’ecologia della persona oltre che dell’ambiente”. Con lui, alla partenza da Carpi, con destinazione Roma, percorrendo la via Francigena, l’antica strada che univa Canterbury a Roma e ai porti della Puglia, ci saranno anche Mario Lanza, Claudio Giaroni, Paolo Picciati e Barbara Tadolini.
Com’è nata l’idea?
“Dopo le atmosfere suggestive e le forti emozioni provate sul cammino di Santiago, volevamo rivivere sensazioni simili attraversando le bellezze del nostro Paese. La via che ha visto passare tanti pellegrini ci sembrava la più adatta per lasciarci alle spalle l’anno di lavoro appena trascorso”, precisa Mario. Una pausa estiva all’insegna della meditazione che solo un viaggio in bicicletta può dare, assicurano i cinque viandanti, che hanno previsto la partenza il 29 di luglio con rientro (in treno) il 9 di agosto.
Come avete strutturato le tappe?
“Non abbiamo fatto progetti particolari e non abbiamo prenotato nessun ricovero per la notte. Ciò che sappiamo è che entro due giorni dalla partenza saremo a Lucca. E che in tutto percorreremo 650 chilometri”. Un po’ di perplessità deve aver attraversato l’aria: “tranquilli, a Roma ci arriviamo», rassicura Claudio. “Io, però, dovrò lasciarli prima –  annuncia Barbara – ho solo cinque giorni di pausa”.
Una donna in mezzo a tanti uomini: come si trova?
“Benissimo – esclama con un sorriso –  i ragazzi parlano poco, sono molto sinceri e schietti. Se qualcosa non va, ce lo diciamo subito, molto chiaramente. Senza troppi giri di parole”.
E gli imprevisti, almeno quelli, sapete già come gestirli?
“Siamo attrezzati con tutto ciò che occorre se dovessimo forare una gomma, o rompere un filo del freno…”, tranquillizza Mario. L’ansia non sembra nemmeno sfiorare i cinque. E’ una vacanza, “che pur vedendoci tutti insieme, lascerà tanto spazio alla riflessione”. La bicicletta, insomma, oltre a far bene a corpo e mente, fa bene anche allo spirito: “è la metafora della vita”, continua Vanni. “In bicicletta, quando si è in gruppo, si ha un obiettivo comune, ma si rispettano i propri tempi e quelli degli altri. Senza forzarsi e fermandosi se c’è qualcosa che merita di essere osservato con ancora più attenzione”. Insomma, ci si riempiono gli occhi di bellezza e si rinfranca l’animo, ma il bagaglio, a detta di tutti, dev’essere leggero ed essenziale.
E per affrontare tutte quelle ore in sella e una meta così impegnativa, come vi siete preparati?
“Ci siamo allenati tutte le domeniche – fa sapere Barbara – con costanza e regolarità. Ma più che l’esercizio, molto fa la volontà, la testa, la voglia di raggiungere un traguardo. Per me, perlomeno, è così”.
La fatica e la calura estiva, quindi, non vi spaventano?
“Bè…”, Paolo lascia la frase in sospeso, con la promessa di farci sapere.
Antonella De Minico