Il Monopoli della legalità

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23 maggio 1992. Sono le 17.58, quando al chilometro 5 della A29, una carica di cinque quintali di tritolo, posizionata in un tunnel scavato sotto la sede stradale deflagra nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine, a una manciata di chilometri da Palermo. Azionata per telecomando da Giovanni Brusca, il sicario del boss Totò Riina, l’esplosione apre una voragine che è, ancora oggi, 23 anni dopo, negli occhi di tutti noi. Testimoni della morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Il 23 maggio è ormai una data simbolo nella lotta contro tutte le mafie: un appuntamento che si rinnova ogni anno ma non vuole essere, e non è, un’abitudine. Al contrario, si rivela una preziosa occasione di educazione alla legalità e alla giustizia. A partire dai banchi di scuola.
Il ritratto di Giovanni Falcone ha talmente impressionato gli allievi della 1G della Scuola Media Fassi del  Comprensivo Carpi 2 da spingerli a ripensare completamente il gioco del Monopoli. “In classe durante l’ora di narrativa – ci racconta la docente di italiano Rossella Sansone – abbiamo letto il libro Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando.  Il protagonista, Giovanni, è un bambino di Palermo. Per il suo decimo compleanno, il papà gli regala una giornata speciale, da trascorrere insieme, per spiegargli come mai, di tutti i nomi possibili, per lui sia stato scelto proprio Giovanni. Il testo ha letteralmente incantato i ragazzi che, con grande interesse e partecipazione, hanno lavorato autonomamente anche a casa per conoscere meglio la biografia di Falcone. Sabato 23 maggio i miei allievi mi hanno davvero sorpresa. Hanno portato in classe un cartellone realizzato con le loro mani riportante il Monopoli della legalità. Un’idea, quella delle studentesse Matilde Solieri e Aurora Valenti, assolutamente originale e bellissima. Ci sono le caselle con le varie penalità, dal carcere al fare ammenda, le pedine, il dado… Il primo lancio – prosegue Rossella Sansone – lo ha fatto un emozionato preside, il dottor Attilio Desiderio che, entusiasta, ha persino lanciato l’idea di brevettare il gioco, premiando così l’ingegno, l’impegno e la sensibilità degli studenti della 1G”.
Un modo per tenere così viva la memoria e il sacrificio di Falcone e con lui quella di tutti gli altri morti ammazzati dalla criminalità organizzata. Uno strumento ludico- didattico attraverso il quale l’esempio del magistrato rivive anche per le generazioni più giovani. Un esempio straordinario di umanità e integerrimo impegno: valori che la scuola vuole custodire e trasmettere ai cittadini di domani.
Jessica Bianchi

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