Ancora troppi i nervi scoperti

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Tre anni sono passati. Da allora la paura ha abbandonato quasi completamente le nostre anime. La tensione si è allentata ma i nervi restano scoperti. Sono ancora tante le ingiustizie che popolano la nostra terra già martoriata dalla natura. Ancora troppe le persone che non hanno fatto rientro nelle proprie case. Che si scontrano quotidianamente con l’ottusità di una burocrazia cieca e sorda. Cittadini delusi, arrabbiati, logorati dalla mancanza di risposte da parte di tecnici e istituzioni. E’ vero, “il 60% delle abitazioni è stato ricostruito e il lavoro – assicura il presidente della Regione e commissario delegato alla Ricostruzione Stefano Bonaccini – proseguirà fino a che l’ultimo mattone sarà posato, coniugando trasparenza e legalità. La fascia di terra dove si produceva oltre il 2% del Pil nazionale sarà ricostruita più bella, più forte e più sicura di prima”. Ma quanta fatica. Quante porte sbattute in faccia. E, soprattutto, quante beffe. A partire dall’ultima in ordine di tempo, quella relativa al Cas (contributo di autonoma sistemazione)  il quale dal 1° luglio verrà rimpiazzato da due strumenti che, di fatto, toglieranno risorse alle famiglie e, in alcuni casi, non saranno sufficienti nemmeno a coprire in toto le spese dell’affitto. In tre anni nel territorio comunale sono state presentate e accettate 415 domande di contributo per il ripristino delle proprie abitazioni (Mude): di queste, 237 pratiche hanno ottenuto un contributo mentre 142 sono state ‘chiuse’, ovvero i lavori sono già stati portati a termine. 421 invece sono state le dichiarazioni di impegno a presentare la pratica entro la fine dell’anno, e per 124 di esse i contributi sono stati già chiesti alla Regione.  Un ritardo che la dice lunga su quanto i carpigiani – e non solo –  si siano lasciati scoraggiare dall’impianto farraginoso della macchina della ricostruzione, tanto da non provare nemmeno ad accedere ai contributi regionali (i quali, lo ricordiamo non coprono il 100% dei danni). Ad oggi sono 44,8 i milioni di euro di indennizzi autorizzati dalla Regione ma sono solo 22 quelli già erogati. E a tutti coloro che sono convinti che nel Comune di Carpi tutto sia tornato alla normalità, ribadiamo che vi sono ancora 255 nuclei familiari che percepiscono il Contributo di Autonoma Sistemazione poiché rimasti senza un tetto “agibile” sopra la testa. In città e nelle frazioni (Fossoli e Cortile le più colpite) il lavoro da fare è ancora tanto e i dati snocciolati dalla Regione sono ben più rosei di quanto la realtà riveli. Sul fronte ricostruzione sono certamente più concrete le parole dell’assessore all’Urbanistica Simone Tosi: “siamo al 40-50% dell’opera – ha commentato – visto che sono stati stimati in circa 1.200 gli edifici ancora danneggiati dal sisma a Carpi”. La speranza? “Tornare alla condizione pre sisma entro il 2017”.
Jessica Bianchi