“Serve una nuova Resistenza”

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“I 44 miliardi di euro l’anno che derivano soprattutto dal traffico di cocaina, la ‘ndrangheta viene a investirli nei territori più ricchi, in Emilia come in Europa e nel resto del mondo. Per combatterla bisogna imparare a dire ‘no’ a compromessi e scorciatoie, ricordando ai giovani che solo i sacrifici rendono liberi e gli ostacoli bisogna superarli, non aggirarli.
Oggi, come ieri, serve una Resistenza. Se noi non siamo diventanti criminali è perché le nostre famiglie ci hanno insegnato che l’etica viene prima della legge e che non tutto ciò che non è proibito è legittimo”. Così ha commentato Antonio Nicaso, storico tra i massimi esperti mondiali di mafie, quando è stato insignito, la scorsa settimana, insieme al procuratore aggiunto al Tribunale di Reggio Calabria Nicola Gratteri, della Targa Ne vale la pena – oltre che di una sciarpa del Carpi FC – e della Medaglia della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. In città per presentare Oro bianco, il loro ultimo libro-indagine sul traffico internazionale di stupefacenti nell’ambito della rassegna Ne vale la pena, i due esperti sono stati ricevuti nella Sala del Consiglio di Palazzo Sacchetti, alla presenza di numerose autorità tra cui il sindaco Alberto Bellelli e il presidente della Fondazione Giuseppe Schena. Il procuratore Gratteri ha illustrato le principali proposte formulate dalla Commissione per l’elaborazione di norme in tema di lotta alle mafie. “Il punto fondamentale è che con queste modifiche vogliamo rendere non conveniente delinquere. Oggi le uniche imputazioni che i mafiosi temono sono l’omicidio e il traffico di stupefacenti, mentre con una condanna per 416 bis (associazione per delinquere di tipo mafioso) al netto si fanno appena cinque anni di carcere. Abbiamo chiesto che tale reato sia equiparato al traffico di stupefacenti, e sono convinto che questa modifica passerà”. Dopo la cerimonia di premiazione si è tenuto l’incontro con il pubblico all’Auditorium San Rocco, nel corso del quale Nicaso ha ricordato come il principale problema nella lotta alle mafie sia dato dalla scarsa consapevolezza del fenomeno al di fuori dei confini italiani. “Il problema è che molte legislazioni non contemplano nemmeno il reato di associazione mafiosa, e non vi è uniformità né di norme né di modalità investigative. Questa Europa dovrà fare i conti col fenomeno, perché le mafie si sono da tempo globalizzate mentre l’antimafia no”.
Marcello Marchesini
 

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