Sanremo sulle corde di Massimo Varini

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Dopo aver calcato il palco del Festival di Sanremo per la prima volta nel 1993 con il suo gruppo Bambini in bikini, ed esserci ritornato più volte nel corso degli anni a fianco di Nek, Lola Ponce, Giò Di Tonno e Laura Pausini, quest’anno il chitarrista, arrangiatore, insegnante e produttore artistico Massimo Varini ci è tornato per suonare con Biagio Antonacci, facendo emozionare tutti con il suo arrangiamento del brano Quando del compianto Pino Daniele.
Massimo, sei già stato al Festival di Sanremo diverse volte in veste di produttore e di chitarrista. Quanto lavoro c’è dietro a un’esibizione di pochi minuti?
“Solitamente ci sono tante ore di preparazione. Questa volta però Biagio è stato chiamato all’ultimo momento e, quindi, è grazie all’esperienza accumulata negli anni passati che siamo riusciti a fare un buon lavoro in poco tempo. Appena decise le canzoni, ho lavorato alla stesura dei brani con Stefano De Maio. Mentre lui lavorava alla parte tecnica per il montaggio del medley, io mi sono occupato della parte musicale. Poi è nata l’idea di avere le quattro fisarmoniche e quindi abbiamo fatto le prove anche con Massimo Tagliata e, di conseguenza, ho anche arrangiato gli archi per l’orchestra.
Infine, abbiamo inviato tutte le tracce separate al direttore d’orchestra Pinuccio Pirazzoli. A causa della forte nevicata, non abbiamo potuto fare le prove il venerdì prima dell’esibizione e perciò, una volta arrivati a Sanremo, abbiamo provato dalle 16 alle 17 e boom! La diretta davanti a oltre 13 milioni di spettatori”.
Sui Social Network i tuoi amici e fan hanno sollevato una polemica sul fatto che a Sanremo tu non sia stato presentato al centro del palco dell’Ariston al termine della performance come è consuetudine fare. Cos’è accaduto di preciso?
“Ho letto e mi sono sentito in dovere di difendere Biagio. Non l’ha fatto apposta. In effetti, al pomeriggio, Biagio aveva provato i saluti e la mia presentazione, ma durante la diretta, dopo aver terminato il nostro duetto acustico su Quando, un po’ per la commozione scaturita dall’intensità del brano e dal ricordo di Pino, e un po’ per il fatto che Carlo Conti ha iniziato subito a parlare,  Biagio si è distratto e solo dopo essere uscito si è ricordato delle presentazioni e mi ha portato a centro palco per farmi applaudire dal pubblico, ma il suo microfono era già chiuso. Può accadere. Si sono infastiditi tutti tranne me e mi è dispiaciuto che alcuni abbiano colpevolizzato Biagio; lui oltre ad avermi chiesto di occuparmi musicalmente della sua apparizione, mi ha anche lasciato la totale libertà musicale per l’arrangiamento”.
Come descriveresti l’interpretazione del brano “Quando” che avete portato sul palco?
“Ho voluto arrangiare il brano in modo “vicino a Pino/lontano da Pino”. In pratica, non ho fatto nulla di ciò che Pino faceva sulla chitarra nella versione originale, ma ho seguito di più il pianoforte, lasciando lo spazio espressivo a Biagio. Ho poi caricato la mattina dopo un tutorial sul mio canale Youtube e sulla mia pagina Facebook e alcuni chitarristi hanno fatto la cover della mia cover: bellissimo! Credo che Pino ne sarebbe orgoglioso”.
Sul palco dell’Ariston hai ritrovato anche Nek con cui collabori da diversi anni. Che rapporto c’è tra voi?
“Un ottimo rapporto. Abbiamo lavorato insieme dal 1991 in poi. Sono stato il suo co-compositore, arrangiatore e produttore artistico, ma siamo anche amici. L’anno scorso abbiamo suonato insieme e nel 2012 siamo andati nelle terre colpite dal terremoto, sotto le tensostrutture per allietare un po’ le lunghe ore di paura e disagio che hanno vissuto i terremotati. Quest’anno, subito dopo la sua prima esibizione all’Ariston, gli ho mandato un sms con i miei complimenti. Ha fatto un grande lavoro”.
Sanremo è fondamentalmente una gara di canzoni. Sei d’accordo sulla vittoria de Il Volo con Grande Amore o avresti preferito vincesse un’altra canzone?
“Speravo vincesse Filippo (Filippo Neviani in arte Nek) perché il pezzo è forte e lui c’è.  Tuttavia, sono molto contento che abbia vinto Il Volo. Ho suonato nel loro disco e mi piacciono molto gli arrangiamenti del grande Celso Valli. Grazie a questa vittoria andranno all’Euro Festival e ci insegnano che dobbiamo imparare a sdoganarci. La musica italiana, il cosiddetto “bel canto” è questo e dobbiamo esserne orgogliosi.  All’estero i nostri Ligabue e Vasco Rossi non sono conosciuti quanto Celentano, Mina, Ricchi e Poveri, Pausini, Bocelli e Ramazzotti, e questo perché gli stranieri non vogliono italiani che fanno finta di essere americani suonando musica che non è della nostra tradizione, ma vogliono artisti che rappresentano la canzone italiana”.
Tra le nuove proposte ha invece vinto Giovanni Caccamo con “Ritornerò da te” alla cui produzione artistica ha partecipato un tuo allievo Placido Salamone. Hai sentito Placido dopo l’annuncio della vittoria?
“Gli ho fatto i complimenti. Lui veniva a fare lezione da me dalla Sicilia e quando ha aperto un suo studio a Ragusa l’ho aiutato, vendendogli buona parte del materiale del mio studio “usato” affinché riuscisse a partire. Lui è un talento. Questo è solo l’inizio”.
Progetti in corso?
“Come sempre tantissimi. Sto preparando alcuni nuovi manuali, una grandissima scuola on-line con il metodo di e-learning e due corsi in inglese per il portale americano TrueFire che usciranno in primavera. Inoltre, sto lavorando a nuovi brani in acustico per un disco che vorrei far uscire prima di Natale e a un nuovo tour con Biagio per aprile/maggio e altro ancora”.
Chiara Sorrentino

 

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