Il sogno americano di Giacomo

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Ci sono persone che hanno il coraggio di inseguire i propri sogni. Di far entrare le emozioni nella propria vita e tenersele strette. Compagne di quel viaggio meraviglioso che è la vita. Il 33enne carpigiano Giacomo Giovanetti è uno di questi. Figlio della nostra terra, è uno dei tanti talenti che ha deciso di coltivare una passione e, nel nome del suo amore per l’arte, ha fatto il salto. Lasciando Carpi, gli amici, la famiglia… per cercare di dare forma e volto al proprio sogno più grande: lavorare nel mondo del cinema. “Nel 2006 – racconta Giacomo – sono volato per la prima volta a Los Angeles, la Mecca del cinema, per frequentare una Master Class. L’amore per quella città è scattato immediatamente. Al mio ritorno a casa la nostalgia ha preso il sopravvento: volevo tornare negli States e la mia famiglia mi ha sostenuto. Così, sono tornato a LA con un visto turistico di sei mesi”. La storia americana di Giacomo è iniziata così. In punta di piedi. Come tutte le cose belle. Laureato a Bologna in Lettere e Filosofia con Indirizzo Cinema, Giacomo si è avvicinato al teatro a sedici anni grazie ai corsi di Paolo Di Nita: “uno spazio che ti entra dentro e ti conquista”. Ma la provincia può essere limitante. “Avevo un agente a Milano – ricorda Giacomo – per anni mi sono diviso tra provini, corsi di recitazione e partecipazione a spot pubblicitari e show televisivi. Volevo di più. Non era la notorietà che cercavo. Non sono mai stato animato da alcuna velleità di successo o fama. E’ un caso che mi piaccia recitare. Dell’arte, e del cinema in particolare, io amo la potenza. La forza. La capacità di andare dritto all’essenza delle cose. La fama è solo un effetto collaterale. Io voglio essere felice, facendo ciò che da sempre desidero fare. Scrivere sceneggiature, fare l’attore, lavorare dietro le quinte… non importa. Ciò che conta è essere parte di quel mondo straordinario”. A Los Angeles la vita è complicata: “riuscire a restare negli States non è facile. All’inizio, la ricerca di uno sponsor che ti consenta di rinnovare il visto è spossante ma ce l’ho fatta”, sorride Giacomo, oggi, dopo otto anni, cittadino americano. La vita dell’attore è dura: “a LA tutto ha un costo e, di conseguenza, ogni aspirante attore si divide tra workshop, casting e lavoretti serali per mantenersi. Ho fatto il barista, il cameriere, il manager in un ristorante, ho insegnato italiano… e, al contempo, ho lavorato in alcune importanti pubblicità, ho preso parte a numerosi corti indipendenti e show, ho studiato regia e produzione, suono in una band. Lo so – ride – conduco una vita a dir poco schizofrenica, ma è ciò che voglio”. Il rapporto che lega Giacomo a Los Angeles è senza dubbio una storia d’amore: controversa, disseminata di ombre, ma densa di passione. “LA conta 12 milioni di abitanti. E’ estesissima. Enorme. Ma, a differenza di altre metropoli fortemente verticalizzate, non ti fa sentire schiacciato, oppresso. Los Angeles è unica: un porto di mare, culturalmente parlando. Ogni angolo ospita una diversa etnia. Tutto il mondo è concentrato in questa metropoli carica di fascino e suggestioni. Camminare attraverso i vari quartieri è come compiere il giro del mondo.
E’ una città variegata, multiforme, che costa molto e chiede altrettanto ai suoi abitanti. LA ti apre la mente, ogni hobby qui può essere soddisfatto e la scena culturale e artistica è pressoché infinita. I servizi funzionano, i parchi sono sconfinati, verdissimi e puliti, il cibo è strepitoso poiché molti chef stellati hanno fatto di LA la propria casa. E poi ci sono il clima e la natura: la California, accarezzata dal sole tutto l’anno, ti offre la possibilità di godere di spettacoli naturali mozzafiato: dal deserto all’oceano, ai ghiacciai…”.  La solitudine però è il prezzo da pagare.
L’obolo da versare per ritagliarsi un posto in questa città. “All’inizio è difficile. Devi costruirti tutto. Le relazioni, un lavoro, un futuro… A Carpi sperimenti un senso di comunità che qui non esiste. I ritmi di vita a cui ero abituato, a misura d’uomo, sono scomparsi. A Los Angeles vivi perennemente col coltello tra i denti: devi conquistarti tutto. Anche le cose più piccole. Non hai appoggi. Non ti senti forte di quel senso di appartenenza che Carpi offre. Sono passato dal tutto al niente: un salto nel vuoto. I momenti di solitudine ci sono stati ma, ora, dopo otto anni, ho una vita sociale soddisfacente. Non mi sento mai fuori luogo. Vivo con la perenne sensazione di poter incontrare chiunque e di poter realizzare ogni cosa. Tutto qui resta però temporaneo, in bilico. Vivi alla giornata. Insomma per restare devi crederci davvero”. Nel futuro di Giacomo, al momento, l’Italia è ancora lontana: “io amo il mio Paese e mi dispiaccio della situazione stagnante nella quale versa da ormai troppo tempo. Non è ancora il momento di farvi ritorno. Voglio continuare a dare tutto me stesso per inseguire i miei obiettivi qui, in America dove creare business è molto più semplice. A credere in ciò che faccio e a vivere in questo tempio del cinema, dove la meritocrazia è la regola. Essere figlio di o crescere in contesti che offrono contatti importanti aiuta sempre ma se, non hai le carte in regola, non ce la fai”. E se il progetto cinematografico dovesse tramontare? Se la vita ti un giocasse un tiro mancino? “Non importa. Il segreto – risponde serio – è credere in se stessi. Tenere aperta ogni porta ed essere pronti a intraprendere una strada nuova. Senza paura. Usando la testa e ascoltando il cuore. Due dei miei amici d’infanzia, praticamente fratelli per me, hanno scommesso sull’America. Simone Vezzali vive a San Diego dal 2007 e lavora nell’ambito della ristorazione mentre l’attore Gian Marco Tavani sta sbrigando tutte le pratiche per ottenere il visto e raggiungermi. Chi lo sa, magari in futuro, costruiremo un bel progetto professionale a tre. Di certo, insieme, tutto sarebbe più semplice”. Come a casa.
Jessica Bianchi
 

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