La sanità pubblica locale riserva ancora qualche piacevole sorpresa. Tra queste vi è certamente il Consultorio famigliare che, ogni anno, si fa carico della salute delle donne. Tra i fiori all’occhiello della struttura vi è il Progetto di mediazione linguistico culturale nei servizi sanitari rivolto alle straniere, come ci spiega la dottoressa Maria Dirce Vezzani, responsabile del Consultorio di Carpi. “Ogni attività ambulatoriale viene condotta in presenza di una mediatrice appositamente formata: un aiuto prezioso ed efficace per costruire un rapporto proficuo tra sanitario e paziente. I mariti, infatti, spesso non riportano le esatte parole della moglie, mentre, se come traduttore spontaneo vi è un minore, per vergogna e senso del pudore molti particolari vengono omessi dalle donne stesse. Una mediatrice professionale, al contrario, facilita il rapporto medico – paziente”. Le ore settimanali di mediazione per le etnie indo-pachistana, cinese e araba, sono 12. “Le donne che necessitano maggiormente di un sostegno sono le pachistane: oltre a rappresentare la comunità più popolosa presente sul nostro territorio, queste donne spesso passano lunghi periodi in patria per poi fare ritorno qui e questo rende il loro inserimento nella comunità carpigiana molto più complicato, così come l’apprendimento della lingua e la conoscenza dei servizi a loro disposizione. Al contrario, le nordafricane intraprendono precocemente percorsi di autonomia che consentono loro di integrarsi con maggiore facilità”. I numeri del Consultorio sono impressionanti: “nel 2013 – prosegue la dottoressa Vezzani – sono stati 12.829 gli utenti in carico al servizio (con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente) di cui il 20% è rappresentato da donne di origine straniera. Abbiamo preso in carico 566 gravidanze (il 58% delle mamme non è italiano) a fronte dei 953 bimbi nati nel nostro distretto: una proporzione direi assolutamente soddisfacente”.
Tra i 160 certificati d’interruzione volontaria di gravidanza spunta invece un dato su cui riflettere: le donne straniere non solo superano le italiane nel numero di figli procreati ma abortiscono, seppur di poco, di più. “La percentuale è del 53%”.
Gli spazi del Consultorio sono decisamente obsoleti e angusti considerata la mole di utenza e, aggiunge Maria Dirce Vezzani, “il trasferimento all’interno della nuova Casa della Salute di Carpi sarebbe a dir poco auspicabile. Noi ci contiamo davvero molto”. Nelle Case della Salute di Novi e Rovereto, gli operatori del Consultorio hanno giocato “una carta innovativa. Invece di puntare al tema della nascita – spiega la dottoressa Vezzani – desideriamo concentrarci sul periodo dell’adolescenza, in stretta sinergia con i medici di base. A breve, a Novi, apriremo uno sportello di ascolto rivolto ai ragazzi, mentre a Rovereto organizzeremo attività e gruppi. Un progetto piccolo e mirato, teso a favorire la nascita di nuove relazioni in un contesto sociale ridotto. Insomma una nuova scommessa nella quale crediamo molto”.
Jessica Bianchi