Presentato lo studio di fattibilità per la sostituzione delle tubature (218 chilometri + 61 di allacciamenti) della rete idrica di Carpi, che costerà circa 70 milioni di euro e prevede interventi, in un arco di tempo di dieci anni, su tutto il territorio comunale. Atersir, ente di regolazione regionale del servizio idrico, non può autorizzare investimenti di tale portata per la ricaduta che avrebbero sulle tariffe dei cittadini e d’altra parte i bilanci dell’amministrazione comunale non prevedono ad oggi risorse; è stato richiesto l’ausilio delle istituzioni regionali, statali e, tramite i parlamentari modenesi eletti a Bruxelles, anche europee. Una lettera al Presidente della Regione Stefano Bonaccini, del Consiglio Matteo Renzi e agli europarlamentari è in partenza dal Municipio, a firma del Sindaco Alberto Bellelli. Il progetto poi verrà presto presentato al Consiglio comunale, per condividere con i rappresentanti dei cittadini eventuali iniziative per reperire i fondi necessari al suo avvio e completamento (paventata anche l’ipotesi di introdurre una tassa di scopo da condividere con il Consiglio Comunale e le varie rappresentanze cittadine).
Non si procede invece con l’avvio del trattamento nella rete acquedottistica, che – ricordiamo – consiste nell’immettere in rete, dalla sua partenza alla centrale di Fontana di Rubiera, un formulato a base di fosfato monosodico alimentare e zinco per favorire la formazione di una pellicola di idrossicarbonato di zinco a effetto protettivo delle tubature e ottenere quindi una minore cessione di fibre di amianto nelle condotte. L’Istituto Superiore di Sanità ha fornito parere favorevole sulla purezza del prodotto e sulla metodica per la determinazione dell’ATP (indicatore per verificare e monitorare l’eventuale presenza di flora batterica e quindi biofilm organico) proposta da Aimag. La metodica era stata proposta con l’obiettivo di monitorare il possibile sviluppo di biofilm, in riferimento al rilievo evidenziato dall’Istituto di Sanità, nelle prime comunicazioni sul progetto del trattamento. Nei giorni scorsi l’Azienda Usl ha ribadito di non ritenere opportuno procedere con il trattamento in quanto: “nella provincia di Modena, e in particolare nel distretto di Carpi, come in altri territori della regione, nel corso della seconda metà del 2014 si è verificato nella popolazione un aumento dei casi di legionellosi…. La Legionella è uno dei microrganismi patogeni che più facilmente può svilupparsi nel biofilm, in presenza di sostanze nutrienti…”.
Aimag propone la sperimentazione del trattamento, secondo i protocolli autorizzati dall’Istituto Superiore di Sanità, in un tratto di rete in cemento amianto dismesso – quindi non collegato alla rete e alle utenze – e richiede all’Azienda Usl di condividerne metodologie, percorso e risultati.