Dalle impalcature spunta l’arte

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La fama di creativi legata ai carpigiani è nota urbi et orbi. Così come il fatto che la bellezza possa sorgere nei luoghi più inaspettati. Sinora, però, non era mai capitato che, dalla sera alla mattina, il cuore della città si ritrovasse adornato dall’opera di un anonimo artista deciso a riqualificare ‘in proprio’ il cantiere che chiude via Giordano Bruno all’incrocio con corso Cabassi. Stupore – e piacere – doppio, dunque, per i ragazzi dell’associazione culturale Spazio Meme, che proprio in quella via, e davanti a quelle impalcature, hanno la propria sede. A inizio febbraio è comparsa, affissa sulla palizzata del cantiere una serie di disegni di grandi dimensioni raffiguranti, attraverso tratti neri di notevole potenza, alcuni luoghi del centro come la Sagra, Palazzo Pio e i portici, oltre a immagini che rimandano alla storia cittadina quali Dorando Pietri, le mondine e i lavoratori di scagliola. I disegni riescono a trasmettere il fascino della città, donandole un’atmosfera intrisa di nostalgia e mistero. Oltre a questo, rendono più piacevole il passaggio e la vista del cantiere, aperto da un paio d’anni. Per questo l’inaspettato regalo è stato molto gradito dai frequentatori dello Spazio Meme. Come sempre, però, c’è chi riesce a dimostrare la propria inciviltà: “l’operazione ci è sembrata degna di nota – commenta Filippo – ed essendo noi i promotori di un’associazione culturale che valorizza le arti visive, avremmo sperato che l’iniziativa venisse apprezzata anche da passanti e residenti. Al contrario, invece, ci siamo accorti che purtroppo già due dei disegni sono stati strappati e gettati a terra, rimanendo irrimediabilmente danneggiati, e anche gli altri stanno subendo continui vandalismi. Peccato, perché tali opere rappresentano uno strumento piacevole e originale per riqualificare una zona caratterizzata da un cantiere invasivo”. Il fascino dell’arte si scontra con la grettezza di chi, non sapendone apprezzare la bellezza, non trova di meglio da fare che tentare di guastarla. Non è però detta l’ultima parola: chissà che il nostro ‘artista della ricostruzione’ non colpisca ancora. E che la bellezza dell’arte non aiuti a far germogliare un po’ di educazione anche laddove sembra latitare…
Marcello Marchesini