Franchising: un’opportunità?

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“Il franchising non è sinonimo di successo. Non rappresenta la ricetta contro la crisi ma può costituire un’alternativa, un’opportunità al commercio tradizionale. Un canale di vendita che, in questo momento storico, sta prendendo piede e quindi necessita di essere maggiormente compreso, per poterne valutare pro e contro”. Con queste parole Tommaso Leone, imprenditore e presidente di Confcommercio Carpi ha introdotto il seminario dal tema Franchising e forme di finanziamento. “Il franchising può essere un’occasione di rilancio, uno strumento per riconvertire la propria attività e avere alle spalle un sistema consolidato che, a fronte di un mercato che non ammette errori, ti sostiene e ti tutela ma, lo ribadisco – prosegue Leone – anche un esercizio in franchising presenta rischi imprenditoriali che devono essere valutati con grande attenzione”. Il volume del commercio carpigiano è costituito in larga parte dal commercio tradizionale ma, a fronte dell’ascesa del fenomeno franchising, Confcommercio (“che da sempre segue le pratiche di finanziamento alle attività attraverso Confidi e banche”, spiega il presidente) ha deciso, insieme ad Assofranchising, di essere ancor più vicina ai propri associati, proponendo un momento di informazione relativamente alle forme di finanziamento offerte dal sistema bancario per l’avvio e la gestione di punti vendita in affiliazione commerciale. “Il nostro desidero – sottolinea Tommaso Leone – è quello di essere sempre più degli specialisti nel supportare le nostre aziende. Offrendo un servizio a tutto tondo”. Scelta da Assofranchising come partner, nelle sue sedi provinciali (Modena compresa), Confcommercio ha già aperto degli sportelli franchising dove operano dipendenti appositamente formati. A Massimiliano Villa, Unicredit Area Manager Carpi, il compito di fare un po’ di educazione bancaria. Il suo consiglio? Recarsi negli istituti di credito preparati, consci di ciò che si vuole aprire, con tanto di business plan, dati e credibilità del franchisor scelto alla mano. Solo in questo modo la banca potrà valutare il rischio di impresa e offrire il prodotto più rispondente alle esigenze del cliente. Al momento, come hanno spiegato Alberto Ballestri e Andrea Saguatti di Unicredit, i numeri, l’esperienza e l’affidabilità maturata nel tempo dai vari franchisor saranno annoverati solo tra i parametri qualitativi necessari – unitamente a quelli quantitativi che hanno, ovviamente, un peso maggiore – per dare credito all’imprenditore. Un passo avanti, seppur piccolo, per sostenere una tipologia commerciale che, negli ultimi cinque anni, continua a segnare un trend positivo in termini di occupazione e volume di affari. “Tradizionale o no, il commercio dev’essere sostenuto – ha concluso Tommaso Leone –  soprattutto per quanto riguarda il tema della programmazione finanziaria.  E sarà questo l’impegno della nostra associazione, anche attraverso l’organizzazione di altri seminari.
Una programmazione non curata correttamente, infatti, può segnare la fine di un’ottima e sana idea imprenditoriale”.
Jessica Bianchi
 

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