Hera, multiutility bolognese attiva in vari campi tra cui quello del gas, da anni ha messo gli occhi su Aimag e il presidente del colosso, Tomaso Tommasi di Vignano, non ha mai nascosto l’interesse che nutre per la municipalizzata di casa nostra di cui possiede già il 25% delle azioni. Un bocconcino prelibato che oggi gestisce i servizi ambientali ed energetici di 14 comuni tra le province di Mantova e Modena, con un fatturato annuo di oltre 200 milioni di euro: arrivare al pieno controllo della società consentirebbe al colosso bolognese di conseguire un balzo in avanti in termini di fatturato. Quella dell’integrazione di Aimag, lo sappiamo bene, è una discussione che si trascina da tempo e divide gli animi. Ora, però, alla luce del rinnovo del Patto di Sindacato interno all’azienda per i prossimi sei mesi, il tema torna a essere quanto mai attuale. A risollevare la questione ci hanno pensato, lo scorso 20 gennaio, alla presenza del consigliere regionale Igor Taruffi, gli amministratori e i rappresentanti dei Circoli territoriali di Sinistra Ecologia e Libertà dell’Unione delle Terre d’Argine e dell’Area Nord. Netta la posizione di Sel: la multiutility (“da anni impegnata in una politica di riduzione dei rifiuti non recuperabili, con sforzi notevoli a cui stanno seguendo eccellenti risultati in termini di rispetto dell’ambiente e di coscienza civica”) dev’essere difesa e preservata. “Il nostro territorio non necessita di una nuova società attiva nei settori gas – acqua – rifiuti, ma semplicemente di implementare quel patrimonio di competenze tecniche e professionali e quelle performance gestionali che si sono realizzate in questi anni di rapporto fecondo tra enti locali e gestori del servizio, sulla base di piani industriali condivisi e concordati con gli enti locali”. Per Sel non dovrebbe essere sottovalutato nemmeno il tema occupazionale che investe l’indotto: “a nostro avviso occorre promuovere un sistema ad alta intensità occupazionale, che caratterizza una completa gestione della filiera della raccolta e dello smaltimento del rifiuto, rispetto a sistemi a bassa intensità occupazionale già da tempo adottati da altri competitors di Aimag. Chiediamo di mantenere il carattere pubblico della società, sulla base della considerazione che il territorio necessita – per questo tipo di servizi – non di remunerazione, ma di gestioni oculate e strategiche che siano realmente a contatto con gli utenti”. Si è dimostrato ben più possibilista – e sibillino – Alberto Bellelli, presidente del patto di sindacato di Aimag e sindaco del Comune con il maggior numero di quote pubbliche della municipalizzata, quando, lo scorso ottobre, da noi sollecitato a prendere una posizione sulla querelle, dichiarò: “noi ci poniamo nell’ottica di conservare la qualità nostri servizi e di capire cosa emerge dal contesto nazionale con cui dovremo confrontarci. Sulla base di ciò faremo delle valutazioni sul futuro di Aimag”. Una posizione, quella del sindaco, ultimamente sempre più favorevole alla fusione con Hera. Nella sua Giunta siede anche l’assessore di Sel, Cesare Galantini: come potranno conciliarsi i due diversi punti di vista? L’assessore al Bilancio si è già espresso pubblicando sulla sua pagina Istagram (e poi eliminando) qualche settimana fa una foto premonitrice…
Jessica Bianchi