I buoni maestri

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Il loro amore per la scuola traspare nel colume edito da Vittoria Maselli editore di Correggio dal titolo, Fotostoria – Un secolo di scuola a Carpi. Le due ex insegnanti dell’Istituto Meucci, Tiziana Mazelli e Anna Righi Bellotti e la docente correggese Giuliana Lusuardi, hanno tratteggiato la vita scolastica del Novecento alla Corte dei Pio. Un’opera preziosa, arricchita da un ricco patrimonio fotografico, che restituisce al lettore, sul filo dei ricordi e delle testimonianze, l’istruzione di ieri e di oggi.  “La nostra – ci spiega Tiziana Mazelli – non è una ricerca d’archivio, non è una ricostruzione storica rigorosa, bensì una narrazione, non certo esaustiva, di un secolo di scuola carpigiana. Abbiamo cercato di realizzare, attraverso pennellate diverse, una ricostruzione il più possibile rappresentativa della realtà scolastica locale e di far emergere l’anima delle varie scuole con interviste, profili e testimonianze dirette di dirigenti e docenti, anche grazie al fondamentale e generoso contributo di Renzo Gherardi, Mauro D’Orazi e Pietro Marmiroli. La varietà degli apporti ha tolto omogeneità al lavoro, ma del resto è anche specchio della complessità e dell’eterogeneità del mondo della scuola”. Costellazioni di immagini in bianco e nero ci restituiscono i volti di coloro che hanno, con impegno, passione e dedizione, introdotto cambiamenti e innovazioni nell’organizzazione e nella didattica, contribuendo a formare e istruire intere generazioni di carpigiani: da Enzo Righi, “testimone prezioso della Grande Storia e della storia delle istituzioni scolastiche locali, sopravvissuto a ben quattro campi di concentramento” a Olinto Lugli, “il quale venne ricevuto, insieme alla sua classe, come premio per una ricerca svolta sulla strage di Monchio, dal presidente della Repubblica, Sandro Pertini”, alle sorelle Margherita e Pierangela Baschieri, le quali accolsero con gioia “il superamento dell’autoritarismo, la collaborazione tra i docenti, ponendo al centro il bambino come soggetto da comprendere e rispettare”. Commosso il ritratto tratteggiato da Franca Bortolamasi della sua maestra Ginfa Carretti: “ricordo il suo sorriso che trasmetteva sempre tenerezza e serenità ma ricordo anche la sua fermezza quando doveva correggermi o rimproverarmi… mi ha fatto innamorare della scuola e dello studio sin dai primi giorni. E’ stata per me – e credo per tutte le sue bimbe – una vicemamma importante per la nostra crescita morale e culturale… La Signora Maestra Ginfa è stata per me fonte del sapere e una guida che non ho mai dimenticato… se c’è il Paradiso, come io credo, o un luogo dove tutto è serenità e gioia, la mia maestra è sicuramente là”. Una chicca ce la regala invece l’artista carpigiano Romano Pelloni, rievocando la maestra delle Fanti, “Cintismeina”, alla quale era stata dedicata un’ironica canzoncina a causa della troppa cipria che metteva in volto: “ho girato tutta Carpi per trovar della farina, ma l’aveva tutta in faccia la maestra Centesmina”. Fu lei, infatti “a scoprire che col disegno me la cavavo bene… – racconta Pelloni – e fu così che i miei genitori si convinsero che quella fosse la mia strada”. Del maestro Arrigo Malagoli, invece, la poetessa Luisa Pivetti, ha un’immagine vivida nella mente: “erano gli Anni Cinquanta e il buon maestro arrivava in bicicletta da Carpi alle Case Nuove di San Marino. Strada facendo  incontrava sempre qualche scolaro a piedi che calzava pesanti zoccoli infangati… si fermava e, con affetto paterno, lo caricava sulla canna e via fino a scuola”.
A parlare di buoni maestri è anche Mauro D’Orazi e, in particolare, di Ivo Lodi, il quale aveva l’abitudine, “mezz’ora prima della campanella, di leggere un capitolo del libro Cuore di De Amicis”. Non mancano poi nel testo alcune curiosità: lo sapevate, ad esempio, che nel 1946 la nostra città ospitò ben 750 bambini provenienti dalle borgate romane per trascorrere l’inverno presso le famiglie carpigiane  per allontanarli dalla miseria? O, ancora, che la prima scuola a essere costruita alla fine degli Anni Cinquanta per far fronte alla rapida espansione cittadina dovuta al boom economico, sorse in via Tonelli e, per molti anni, prima di essere intitolata a Manzoni, fu chiamata Rione Sud? O che fu Imola Ferrari a svolgere “il ruolo di mediazione nell’ambito dell’innovativa esperienza del tempo pieno, nei primi Anni Settanta… alla scuola Lanfranco (oggi Bollitora)”? Correva l’anno 1940 quando fu istituita la Scuola Media Alberto Pio: “unica scuola media statale di Carpi fino all’istituzione della scuola media unica nel 1963”. Personaggio indimenticato delle Pio: la signorina Wanda Bonizzi che, con autorità, esercitò la funzione di preside, “in tempi in cui una donna sapeva di dover affrontare difficoltà e resistenze di ogni genere intraprendendo una carriera di tradizionale pertinenza maschile”. A rievocare la gentilezza dei modi e la flemma quasi anglosassone del professore delle Ungaretti, Alberto Ricchetti è Pietro Marmiroli: “ciò che gli mancava era la pedanteria degli eruditi, la partigianeria degli intellettuali schierati, la loro fiacchezza morale”, virtù ormai desuete…
Grazie all’opera di Mazelli e Bellotti scopriamo poi che il primo biennio del Liceo scientifico venne istituito in città nel settembre del 1939, sotto la presidenza del professor Giorgio Sciumè. Tra i docenti storici del liceo ritroviamo Lando Degoli, “uno dei personaggi carpigiani più famosi per aver partecipato, come esperto di musica classica, alla trasmissione televisiva Lascia o raddoppia, dal novembre al dicembre del 1955, raddoppiando sempre il montepremi fino alla domanda, da lui contestata, sul controfagotto, che lo fece cadere”. Di lui, scrive l’ex allieva Carla Moretti: “generalmente iniziava le interrogazioni con il lei, poi di fronte a errori grossolani passava al tu e al dialetto con espressioni creative e non del tutto gentili… oppure utilizzava un’altra sua frase celebre Orribile orrore d’una orridezza orrenda”. Di Ottorino Savani invece, Mauro D’Orazi ricorda come, “minaccioso, ripetesse Nessuno sfuggirà all’indirizzo di alcuni renitenti a sottoporsi alle interrogazioni su Dante o di letteratura latina”. Nella galleria dei docenti che hanno reso grande la scuola superiore di Carpi sino ad oggi noi ne vogliamo ricordare una che abbiamo particolarmente stimato, la professoressa dell’Itis Leonardo da Vinci, Maria Capone, attraverso le parole di Roberta Cavazzuti: “una insegnante di alto livello culturale e di straordinario carisma pedagogico che ha lasciato un’impronta duratura nella scuola”. Un tragico incidente ce l’ha strappata troppo presto ma resta ben presente nei nostri cuori.
Jessica Bianchi
 

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