Ci sono esperienze che lasciano il segno, specialmente quando le si vive da giovanissimi. E per lo studente carpigiano Davide Davolio quella che sta vivendo nella capitale svedese è una di queste. Iscritto al terzo anno del corso di laurea in Scienze Politiche e Internazionali, Davide, classe 1993, ha deciso di intraprendere un’avventura lontano da casa, per mettersi alla prova in un Paese straniero e migliorare le proprie competenze linguistiche.
Perché hai deciso di partire alla volta di Stoccolma?
“Sono partito nell’ambito del programma Erasmus. Qui a Stoccolma frequento la Stockholm University e sono molto contento della scelta che ho fatto, perché un periodo di studio all’estero è sempre un’esperienza di fondamentale importanza nel mondo globalizzato di oggi, ed è ormai diventata una tappa irrinunciabile per chi ambisce a un lavoro di respiro internazionale. La mia scelta è ricaduta su questa città per vari motivi: per poter parlare quotidianamente l’inglese, per avere l’opportunità di vivere in una grande capitale europea e, in particolare in Scandinavia, ovvero in un territorio in cui il modo di approcciarsi alla vita pubblica, ma non solo, cambia considerevolmente rispetto all’Italia”.
Il sistema scolastico svedese è molto diverso da quello italiano? Quali differenze hai riscontrato?
“Sicuramente si avverte un clima di maggiore libertà, in quanto il sistema universitario gratuito consente ai giovani di programmare la propria vita in maniera autonoma. Qui uno studente, terminata quella che in Italia viene chiamata scuola superiore, può decidere se continuare gli studi a livello universitario e nel frattempo lavorare, oppure lavorare e poi riprendere a studiare, magari allontanandosi e vivendo per conto proprio senza pesare sulle tasche dei genitori o, ancora, interrompere gli studi dopo un semestre per fare un viaggio o un’esperienza all’estero e poi riprendere. In Italia, ma non solo, è diverso. Innanzitutto, ci sono le tasse da pagare e, inoltre, la giornata in università comincia al mattino presto e termina alla sera e, spesso, non si ha il tempo di dedicarsi ad altre attività. Questo sistema mette più pressione allo studente, ma forse gli consente di essere concentrato esclusivamente sullo studio. Un’altra differenza consiste nel rapporto più informale col docente ma, ciò che mi ha colpito di più, è l’importanza che viene data durante ogni corso ai cosiddetti gender studies (studi di genere). Per ogni argomento viene espressa la visione dal punto di vista delle donne e qui la differenza con l’Italia è davvero notevole”.
Quali sono i pro e i contro di vivere a Stoccolma?
“Uno degli slogan della città che mi è stato insegnato durante la presentazione dell’università per gli studenti internazionali è: Stockholm is clean, green and safe, ovvero “Stoccolma è pulita, verde e sicura” e in effetti è proprio così. Qui si è circondati da una natura meravigliosa e tutto in città funziona alla perfezione. Stoccolma è una città all’avanguardia dal punto di vista artistico e culturale e organizza ogni anno eventi prestigiosi come il Festival Internazionale del Cinema a novembre e la consegna dei premi Nobel a inizio dicembre. Un aspetto negativo di Stoccolma è probabilmente il costo della vita”.
Manca poco alla conclusione di questa esperienza. Quale bilancio puoi tracciare?
“Assolutamente positivo e da consigliare. Grazie a questi cinque mesi a Stoccolma ho acquisito uno sguardo diverso sul mondo e un diverso approccio alla vita. L’incontro con ragazzi e ragazze provenienti da ogni angolo del pianeta è forse il migliore insegnamento possibile. Un’esperienza davvero da premio Nobel”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“In primis la laurea e poi vorrei cercare qualche opportunità di impiego all’estero. Ci tengo a ringraziare i miei genitori, il mio gruppo scout e tutti coloro che sono stati presenti in questi anni: è anche grazie a loro se oggi sono qui”.
Chiara Sorrentino