La musica che unisce le persone e i Paesi

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Galeotto fu lo spartito e chi lo compose. E’ quanto verrebbe da dire, parafrasando il Sommo Poeta, ascoltando la storia di Stefano Muscaritolo e Kamalia Ali-Zadeh, la donna che è diventata sua moglie. Italiano lui, azerbaigiana lei. Chitarrista l’uno e pianista l’altra. Ma c’è di più: oltre a unirli in un sodalizio artistico, sentimentale e professionale, la musica è stata capace di superare i quasi tremila chilometri che separano Carpi da Baku, capitale dell’Azerbaigian, per legare insieme i due Paesi. Stefano ha 34 anni e la sua passione per la musica è nata grazie allo sport: “a sei anni – racconta – iniziai la disciplina del pattinaggio artistico, in cui la musica è molto importante poiché costituisce lo sfondo sonoro sul quale si danza. Nel ‘91 vinsi i Campionati italiani, come pattinatore singolo e in coppia, ma la passione per la musica prese il sopravvento, e così decisi di abbandonare lo sport per cominciare a studiare chitarra”. A quel punto Stefano inizia a frequentare il Conservatorio di Modena e l’Accademia Jazz di Milano, concludendo il proprio percorso di studi nel 2012, con un Master in Composizione per l’Opera all’Accademia per l’Opera Italiana di Verona. Muscaritolo anche durante gli studi ha ideato e partecipato a numerosi progetti: “uno dei più interessanti è stato il Concerto del 40simo parallelo, in collaborazione con mia moglie, grande pianista e compositrice, realizzato presso il Teatro Filarmonica di Baku nel 2007. Questo concerto è stato composto e interpretato da noi, accompagnati dall’Orchestra Nazionale dell’Azerbaigian G.Garayev, diretta da Teymur Goychayev”. Il concerto è stato scritto in occasione dell’anniversario dei 15 anni di cooperazione tra Italia e Azerbaigian ed è stato patrocinato dall’Ambasciata Italiana e dal Ministero della Cultura dell’Azerbaigian. “Il titolo sta a indicare il ‘parallelo geografico’ che collega i due Paesi, trovandosi questi alla stessa altezza geografica. Nel concerto abbiamo rielaborato musiche popolari italiane, in particolar modo della tradizione napoletana, e brani azerbaigiani”. Il sodalizio tra Stefano e la moglie è proseguito sino al 2011 quando hanno realizzato, in collaborazione con l’Ambasciata dell’Azerbaigian in Italia, il Concerto in memoria del leader Heydar Aliyev presso il Teatro San Carlo di Modena. “Da parte mia ho sempre avuto un certo interesse per la musica Mugham, che può essere considerata la musica classica del Medio Oriente, tant’è che ho cominciato a studiare l’Oud e presto approfondirò anche il Tar, antenati della chitarra”. Questa passione per la contaminazione tra identità, culture e sonorità ha valso a Stefano la nomina di responsabile dei rapporti culturali tra Italia e Azerbaigian. Un Paese che lui stesso definisce magico: “è un vortice di culture. Un luogo in cui tutte le religioni monoteiste vivono a stretto contatto attraverso un sano dialogo. Nelle sue architetture puoi riconoscere Persia, Russia e Turchia. Non mancano mare, montagna, pianure, steppe e deserti. E’ il luogo in cui la musica Mugham ha avuto il suo più importante sviluppo a livello teorico e tecnico. Dal punto di vista sociale è un Paese ricco, non solo di petrolio e gas, ma anche di entusiasmo, soprattutto tra i giovani. E’ un Paese che ha voglia di farsi conoscere, di emergere e lo sta facendo attraverso il potente mezzo della cultura”. Attualmente Stefano è docente presso l’Azerbaijan Diplomatic University di Baku, dove tiene un corso sulla storia del Teatro d’Opera e uno sulla storia della Musica per Film: “è un Ateneo internazionale in cui vi sono studenti e insegnanti provenienti da più di 20 Paesi. Quest’esperienza mi sta dando molto sotto il profilo culturale, poiché mi permette di approfondire l’aspetto della sintesi stilistica, ovvero la ricerca di un linguaggio musicale che unisce procedimenti e gestualità occidentali con quelli del genere Mugam. Pochi giorni fa ero a Roma per partecipare a una conferenza sulla multireligiosità, organizzata dall’Associazione Italia-Azerbaigian. Credo molto nel multiculturalismo e penso rappresenti il futuro del mondo. E’ questo ciò che cerco di esprimere attraverso la mia musica”. Originario di Carpi, per Stefano “sarebbe una grande soddisfazione il coinvolgimento della città in cui sono cresciuto. Sarebbe bello creare un gemellaggio con una città azerbaigiana. In realtà c’è stato un primo contatto, pochi mesi fa, tra Carpi e Baku nel campo della maglieria. Ma Carpi possiede una storia antica, anche legata alla musica: non dimentichiamoci della forza della cultura come veicolo di sviluppo e crescita”.
Marcello Marchesini