E’ stato presentato il progetto Speak English, organizzato per il secondo anno da Lapam Carpi e Age (Associazione Genitori), con il contributo economico della Fondazione Cassa Risparmio Carpi. Lapam e Age intendono offrire ai giovani del territorio un’occasione di formazione qualificata, che affianchi e integri le competenze di base fornite dai percorsi scolastici, implementando la comunicazione in lingua inglese per sostenere i processi di internazionalizzazione delle Pmi. I corsi, che avranno una durata di circa 30 ore (2 ore a settimana), saranno tenuti da docenti madrelingua della Benedict School di Carpi. Sono circa 200 gli alunni iscritti e 4 le scuole superiori coinvolte (Centro Formazione Professionale Nazareno, Istituto Professionale Vallauri, Istituto Tecnico Industriale Da Vinci, Istituto Tecnico Commerciala Meucci) nel progetto, nato da un’idea di Lapam che ha subito riscontrato la convinta adesione dei dirigenti scolastici e del corpo docente delle scuole carpigiane. “Conoscere bene una lingua straniera e sapere intavolare un dialogo – ha sottolineato Enrico Gasparini – non solo d’affari, è fondamentale per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, soprattutto per quelle imprese, e sono tante, che hanno fatto della internazionalizzazione, la nuova frontiera del loro sviluppo commerciale. Un ringraziamento particolare alla Fondazione CRC, che ha creduto nel nostro progetto, finanziandolo per il secondo anno”. “Lapam Carpi, visto il consenso unanime ricevuto dal progetto, ha deciso di riproporlo – ha commentato Carlo Battini, presidente Lapam della Zona di Carpi – nella convinzione che è proprio con iniziative come queste che la scuola e il mondo del lavoro devono procedere a una sempre più fattiva integrazione”. Molto soddisfatti si sono detti i dirigenti delle scuole coinvolte che hanno apprezzato particolarmente la possibilità di avere corsi personalizzati a seconda dell’indirizzo dell’Istituto scolastico. “Avere la possibilità di fare conversazione in lingua è molto importante per i ragazzi – hanno sottolineato i docenti – perché il tempo nelle ore di lezione è limitato e spesso l’attività di speaking viene trascurata”. “L’inglese è ormai una lingua franca, parlata se non come prima, come seconda lingua in tutto il mondo – ha concluso Lella Rizzi, della Fondazione Crc – per questo l’ente ha deciso di rifinanziare il progetto, ritenuto davvero valido per coprire un’esigenza linguistica e culturale che le imprese del territorio hanno”.