“E’ un piccolo gesto ma lo abbiamo fatto con tutto il nostro cuore”. A parlare è Luca Franchi, professione infermiere nonché allenatore dei piccoli della società Rugby Carpi. La sua idea, immediatamente appoggiata dall’intera società biancorossa, è stata quella di personalizzare una chitarra per raccogliere fondi da destinare all’Aisla, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica: “per anni mi sono dedicato con passione al modellismo, dalle biciclette alle chitarre – sorride Luca – e dopo aver visto le docce fredde che si sono susseguite quest’estate per finanziare la ricerca sulla Sla, ho pensato di trasformare una chitarra e metterla all’asta per offrire così un contributo a un’associazione che tenta di alleggerire quotidianamente la vita dei malati e delle loro famiglie”. La chitarra americana, modello BC Rich, è stata completamente ripensata da Luca: vestita in biancorosso, recita lo slogan In mischia contro la Sla e riporta tutte le firme dei giocatori della prima squadra di rugby, desiderosi, ancora una volta, di dare il proprio contributo. La solidarietà scorre nelle vene della società Rugby Carpi. Fa parte del suo dna: in occasione dell’esondazione del Secchia dello scorso gennaio, i Falchi della prima squadra – 43 i tesserati – si sono immersi nel fango di Bastiglia per aiutare gli alluvionati e, ora, stanno prendendo contatti col Canile di Carpi per poter sostenere concretamente i volontari della struttura. “Metterci al servizio degli altri – prosegue Luca – è fondamentale per tutti noi”. La chitarra sarà in vendita all’asta, dal 5 al 12 ottobre, sulla pagina Facebook del Rugby Carpi. “Base d’asta: 100 euro, ma confidiamo nella generosità e nel buon cuore della gente, malgrado il difficile periodo di crisi”. Al termine dell’asta, la società pubblicherà il bollettino con l’avvenuto versamento in favore dell’Aisla e consegnerà tra le mani dell’acquirente la chitarra della solidarietà realizzata da Luca Franchi. “Nel rugby la charity è uno strumento utilizzato di consueto per far sì che lo stare insieme, l’essere squadra e lo sforzo comune possano portare beneficio in caso di bisogno”, aggiunge il presidente Matteo Casalgrandi. Il rugby è uno stile di vita, conclude Luca, “sin da piccoli, in campo si impara a star insieme, uniti, rispettando regole comuni e divertendosi. Nel rugby c’è spazio per tutti. Si impara a condividere”. Il terzo tempo racchiude l’essenza, lo spirito più autentico di questa disciplina sportiva: “dopo la partita ci si ritrova tutti in campo a festeggiare insieme. Non c’è spazio per competizione e rivalità: nel rugby tutti fanno il tifo per tutti. E’ l’amore per la palla ovale che ci unisce”. Uno spirito di squadra che si traduce in servizio. Solidarietà. Un’attitudine che meriterebbe di essere sostenuta e incoraggiata anche dall’Amministrazione Comunale, la quale potrebbe mettere a disposizione della società un bel campo cittadino… un’altra storia che speriamo possa trovare al più presto il suo happy end.
Jessica Bianchi