Tango illegale

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Si nutre di nostalgia e sensualità. Passione e rabbia. “Il tango – scriveva Jorge Luis Borges – è un pensiero triste messo in musica”. Il tango è fuoco che trasforma, scioglie in lacrime, consola, persino. E traccia sogni comuni. Potente, l’energia di questa danza dà la scossa, sgretola equilibri. Genera passioni. “Ballare il tango ti riempie di emozioni. La passione è lì, tutta intorno. Palpabile. Tra i due partner si crea un’alchimia, una simbiosi, straordinaria. Il tango è un abbraccio. Avvicinarsi a questa danza significa, prima di tutto, imparare ad affidarsi all’altro. Al suo abbraccio”. A parlare è la carpigiana Anna Ruta, tanguera da tre anni e desiderosa di incendiare ogni angolo cittadino col ritmo di questo ballo, trasformando ogni strada in una milonga. “Amo il tango sin da piccola. Adoravo guardare i miei genitori danzarlo: intorno a loro si creava un’atmosfera speciale. Sospesa. Ancora oggi, ascoltare le “loro” canzoni, e trovarmi in una sala a ballarli,  mi fa venire la pelle d’oca”. Da questo sentimento nostalgico nasce il suo nome Tanguera Nonpercaso che la distingue nel mondo tanguero. Anna, insieme a un gruppo di amici –  Giovanni Schiroli  di Cremona, Stefano Angiolini di Mantova, Greta Bellei Andrea di  Modena – ha deciso di portare il sapore e la bellezza di un barrio argentino anche alla Corte dei Pio. “Tangopolitan è nato per gioco, in punta di piedi, durante una cena. L’idea è quella di portare il tango nelle vie e nelle piazze, spostandosi costantemente per avvicinare la gente a questa danza”. Il 30 agosto, questo percorso a tappe di tango illegale e itinerante ha preso il via proprio da Carpi, passando poi per Modena, Bologna, Reggio Emilia e Parma: “grande la partecipazione di tangueri e tanguere che mi  hanno seguita, entusiasmandosi, abbandonandosi al ritmo e coinvolgendo i passanti. La gente al nostro passaggio si fermava: impossibile, infatti, resistere all’intensità dello sguardo di due tangueros, alla forza dei loro movimenti, alla potenza dei loro gesti. Vedere la folla rispettosa che faceva largo al popolo del tango, vestito con un dettaglio rosso come segno distintivo della partecipazione a Tangopolitan, ci ha commosso”. Con la nostra milonga illegale vorremmo aver dato  il via a progetti  capaci di portare il tango  in città e luoghi sempre nuovi, lanciando appuntamenti  da non perdere.  Davvero una bella sfida”, sorride Anna, la quale vorrebbe che la cultura di questa danza facesse innamorare sempre più persone. Come in una mirada “quando lo sguardo di un uomo ti attraversa l’anima, percorrendo una stanza, per invitarti a essere la sua regina in un giro di tango. Senza parole”. Perché nel tango le parole non servono. E’ un abbraccio. Muto. Ma denso di emozione.
Jessica Bianchi
 

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