E’ l’assessore Daniela Depietri a difendere la scelta di costruire nel parco della Cappuccina chiudendo la porta, dopo un dibattito durato mesi, a qualsiasi ipotesi alternativa. La Depietri è stata lapidaria nell’ultima seduta del Consiglio Comunale affermando che la costruzione del Polo residenziale e semiresidenziale (care residence) per gli anziani “è prevista sul lato Nord di via Nuova Ponente a fianco dell’ex Cappuccina con accesso da via Baden Powell. Per poter realizzare l’opera è stata adottata apposita Variante urbanistica con deliberazione del Consiglio Comunale del 27 marzo scorso e l’opera è stata inserita nel Programma triennale delle Opere pubbliche 2014-16. L’Amministrazione non ha mai preso in considerazione l’eventualità di ricollocare in altra zona del territorio comunale l’opera”. L’assessore a Sanità e Sociale è stata categorica ma qualche scricchiolio c’era stato perché l’idea di costruire all’interno di un’area verde è parsa scellerata non solo al nostro giornale: le perplessità sollevate anche da semplici cittadini parevano aver indotto l’Amministrazione a più miti consigli, invece l’assessore ha serrato le fila e richiamato all’ordine.
Ma ancora non è detta l’ultima. C’è tempo perché la Giunta si ravveda evitando di costruire su un prato e optando per altre soluzioni, magari riqualificando edifici già esistenti. Tramontata l’idea di recuperare il casolare adiacente all’ex campo nomadi di via Ponente ci sono altre possibilità prima di violare, come più volte in passato è stato fatto, il polmone verde della Cappuccina compreso tra le vie Peruzzi, Cipressi e Nuova Ponente.
Sin dalla campagna elettorale delle Amministrative l’argomento aveva tenuto banco: ad affrontare il tema su questo giornale erano stati chiamati i sei candidati sindaco. L’unico favorevole al progetto era stato Alberto Bellelli, poi eletto alla guida della città: “il progressivo invecchiamento della popolazione – aveva dichiarato allora – richiede servizi all’avanguardia e rispondenti alle nuove necessità delle fasce fragili. Queste strutture devono avere precise caratteristiche: collocazione al piano terra, dotazione di spazi verdi comuni, portineria sociale, prossimità al centro e vicinanza ai luoghi di aggregazione: sono criteri che non si possono ottenere con il recupero di edifici industriali” affermava il sindaco.
Nello stesso periodo, però, è stato ultimato il recupero, da parte di privati, dell’ex camiceria Stella in via Tre Febbraio trasformato in residenza per soggetti deboli e rispondente perfettamente alle caratteristiche elencate: “le ristrutturazioni costano un po’ di più rispetto a strutture progettate e costruite ex novo – ci hanno riferito i responsabili dell’intervento – ma è una scelta di campo: evitare di costruire consumando ancora il territorio e avere il valore aggiunto di una struttura situata in un contesto urbano che gode della vicinanza dei servizi, dell’ospedale e di tutto quello che offre il nostro meraviglioso centro storico”.
Alberto Bellelli concludeva affermando che “con tutto ciò siamo convinti che l’area debba rimanere a vocazione verde. Per questo abbiamo pensato, trovando gli opportuni strumenti, all’acquisizione del terreno adiacente, quello che fiancheggia il cimitero da trasformare in parco”. Ma, signor sindaco, quel terreno di proprietà di un privato è già verde e, considerata la vicinanza del cimitero, non si pone il problema di una futura edificazione.
Adesso in prima fila c’è l’assessore Depietri ma la sostanza non cambia: la linea è quella del sacrificio del verde là dove, a qualche metro di distanza, c’è un immobile in costruzione in stato di abbandono e, sempre senza spostarsi molto, la torre dell’acquedotto. Secondo il nostro giornale Tempo c’è la possibilità di trovare una soluzione per costruire il polo per anziani senza erodere ulteriormente la Cappuccina. Anni fa, nel 2008, si decise di rendere residenziale l’area verde della Cremeria tra via Medaglie d’oro, via De Amicis e via Lugli: diecimila metri quadrati inizialmente destinati a uso pubblico e sui quali sarebbe dovuta sorgere una struttura per anziani a cui si rinunciò. Oggi c’è un piccolo parco a servizio dei residenti nelle palazzine. L’idea del Parco Lama, il grande parco urbano al servizio della città, che aveva riscaldato Carpi e portato alla creazione di un comitato di cittadini nel 2010 dopo una campagna di stampa su questo giornale durata un anno, sembra ormai tramontata.
Non ci resta che la Cappuccina. Uno spazio pubblico destinato a parco già nelle intenzioni dell’architetto modenese Tullio Zini al quale negli Anni Ottanta l’Amministrazione Comunale aveva affidato il progetto di ampliamento del cimitero urbano di Carpi.
L’area di 25 ettari è stata sottoposta poi nel corso degli anni a un lento processo di erosione a opera di orti, parcheggi e manufatti giustificati per la loro vocazione di ‘servizio sociale’ alla quale sacrificare il verde. E’ così anche in questo caso con il Consiglio Comunale che ha votato la variante al piano regolatore, approvata dalla maggioranza, per cambiare la destinazione d’uso di quel prato da verde pubblico a zona per attrezzature d’interesse comune.
Ora, gentile assessore Depietri, le chiediamo di considerare la possibilità di cambiare idea perché “cambiare il mondo è quasi impossibile, si può cambiare solo se stessi, sembra poco ma se ci riuscissi, faresti la rivoluzione” (Vasco Rossi, Cambiamenti).
Sara Gelli