“La ricostruzione post sisma rappresenta l’occasione per ragionare e ripensare in modo sostenibile gli edifici del nostro territorio in un sistema urbano resiliente che non si limiti ad adeguarsi ai cambiamenti climatici che negli ultimi anni rendono sempre più vulnerabili le nostre città, ma che nel lungo periodo resista alle sollecitazioni dell’ambiente e alla mancata abbondanza delle fonti fossili”. Per Riccardo Cavicchioli di Energetica Srl è un’occasione che Carpi non deve assolutamente perdere predisponendo un Piano della Ricostruzione con un’ispirazione green. “A parole siamo molto bravi ma poi ricadiamo nel vizio tutto italiano di ingessare con lacci e lacciuoli ogni velleità di promuovere le energie rinnovabili e il risparmio energetico e, di conseguenza, lo sviluppo della green economy. Questa è l’occasione per la politica locale di dimostrare di essere più incisiva della macchina burocratica”.
L’idea di Cavicchioli? Rivedere il concetto di tutela del valore storico artistico se applicato a edifici che, per le loro caratteristiche, “risalgono al passato ma quel plus non ce l’hanno. Se non si può mettere mano al centro storico perché ingessato da regolamenti e norme che imbrigliano qualsiasi intervento, impedendo ogni possibilità di modifica, il cuore di Carpi potrebbe finire per collassare abbandonato a se stesso”.
Purtroppo, il nuovo Piano della Ricostruzione presentato in Consiglio Comunale il 21 maggio scorso sembra ricalcare le passate formule: un elenco infinito di prescrizioni che rischiano di paralizzare i proprietari a cui non resterà che tentare di vendere o affittare gli immobili così come sono, con il rischio che il degrado avanzi inesorabile.
Per di più il nuovo Piano estende il concetto di tutela ben oltre i confini del centro storico, oggetto di un successivo secondo stralcio, a tutto il territorio urbanizzato, urbanizzabile e rurale.
Dunque, escludendo il centro storico, l’architetto Carla Ferrari, incaricato dal Comune di Carpi di approntare il Piano della Ricostruzione, ha redatto undici pagine di prescrizioni per edifici meritevoli di tutela nelle aree comprese, per esempio, tra viale Carducci e viale Alghisi, via Garagnani, via Volturno, via Catellani, via Milazzo, via Molinari, via Manicardi, viale Galilei e viale De Amicis.
“Anche nel caso di edifici che non hanno un particolare valore storico artistico si dettano regole che – commenta Cavicchioli – deprimerebbero qualsiasi iniziativa privata. Si sarebbe potuto puntare a ricostruire favorendo un minor impatto ambientale nel territorio colpito dal sisma del 2012”. Ma le regole fatte così hanno l’effetto contrario: ci sono prescrizioni per ogni cosa, anche per gli impianti tecnologici con il divieto di installare pannelli solari e fotovoltaici sulle coperture. Unica concessione è il ricorso a coppi fotovoltaici che sono un sistema poco performante e costoso rispetto ai moduli tradizionali. “L’area del cratere avrebbe potuto fare – ma è ancora in tempo – pressioni a livello politico per ottenere una fiscalità capace di favorire, con alcune incentivazioni, una ricostruzione green e invece, pur generando maggiori risorse di altri per lo Stato, contiamo pochissimo. Carpi è il comune più grande e deve fare da capofila: senza sfoggiare falso ottimismo o inutile pessimismo, ora la politica locale deve tirar fuori gli attributi altrimenti non ci sarà futuro per il nostro territorio colpito dal terremoto e inserito in un Paese a crescita zero. La green economy può trainare il Paese ma occorre investirci senza ingabbiare i cittadini”. La detrazione fiscale per gli impianti a rinnovabili del 50% riservata alle abitazioni private è una strada, ma per le aziende non è stato studiato nulla.
Riccardo Cavicchioli chiude con un appello ai politici: “non lasciate fare ai burocrati. Se c’è qualcosa da modificare nel Piano della Ricostruzione c’è tempo per tornare indietro. Al mio sindaco chiedo di fare il sindacalista per tutti noi”.
Sara Gelli