Dentro un’opera d’arte

0
576

Ci sono luoghi che profumano di buono. Che serbano il fascino di ieri, raccontando storie e vite passate. La Rocca è uno di questi. Poiché, pur conservando un’anima antica, allo stesso tempo, sa parlare la lingua della contemporaneità. Della contaminazione tra generi: dall’arte alla scrittura. “Tutto ciò che ho – racconta Marco Bianchi, titolare della nuova Libreria La Rocca in corso Alberto Pio, 35 – è il frutto delle fatiche della mia famiglia. Mia madre, la dottoressa Maria Luisa Rocca, per anni è stata la colonna della Farmacia dell’Ospedale che sorgeva proprio qui”. Ed è proprio il nome della madre a fungere da trait d’union tra passato e presente, tra ciò che è stato e ciò che sarà. Un suggello importante poiché, prosegue Marco, “pur rischiando di sembrare nostalgico, sono convinto che occorra essere grati per quanto si ha ricevuto in dono”. Lettore appassionato, Marco ha da sempre nutrito un grande amore per i libri che “sono quanto di più vicino al sacro possa esistere”. Poi il terremoto ha cambiato tutto: “per la prima volta ho compreso come in un istante si corra il rischio di perdere tutto. Di vedere sgretolarsi tutto ciò che conosciamo e amiamo. Ero arrabbiato ma la forza dei carpigiani, la loro capacità di non mollare e il desiderio di resistere e tornare al più presto in centro mi hanno spinto a fare qualcosa in prima persona. Mi son detto: ho un immobile a disposizione, perché non tentare? Non so come andrà questa scommessa, ma volevo dare un segno, lanciare un messaggio positivo. Di speranza. E in questo momento di crisi penso sia fondamentale cercare di rimettere in circolo le sole cose che sempre hanno dato prova di essere la scintilla che può generare nuove prospettive: le idee”. Ed ecco che in Marco ha preso forma l’idea di una libreria, un contenitore un po’ speciale, dove “la trasmissione del sapere avviene attraverso il legame tra scrittura, scultura, arte grafica e pittorica, poesia e cibo. Questo spazio dev’essere vivo, aperto alla città, per questo abbiamo intenzione di organizzare eventi e presentazioni, sfruttando anche il nostro cortile interno”.  Insomma “una scatola capace di conservare, stimolare e indurre idee innovative, le uniche in grado di trasformare la peggiore delle crisi in un nuovo inizio”. A partire dal mese di settembre, La Rocca si arricchirà poi di un angolo dedicato al food, “veloce, raffinato e di filiera corta. Aderiremo al movimento Slow Food poiché sono convinto che il cibo sia prima di tutto cultura e possa diventare un volano fondamentale per rilanciare il turismo anche nel nostro territorio, per rivitalizzarne l’economia”. I cibi, che potranno essere consumati in loco o portati via, saranno “belli da vedere e buoni da mangiare”, assicura Marco Bianchi. Accanto a sontuosi panini d’autore però, sarà l’ambiente a fare la differenza: “voglio creare un luogo giovane, fresco e vitale nel quale intrattenersi senza alcuna fretta. Vorrei che ciascuno si sentisse a suo agio, libero di fare nuove conoscenze, in un’atmosfera conviviale tipica di tempi ormai trascorsi”. Ad accompagnare Marco in questa avventura vi sono l’artista Adolfo Lugli e il “mastro libraio” Giorgio Bettelli. “Sono davvero due persone fuori dall’ordinario. Speciali. Tra noi si è ormai creata un’atmosfera da Amici miei. Siamo sempre due contro uno: peccato che gli schieramenti cambino in continuazione”, ride Marco.
Gli spazi della libreria portano la firma d’autore di Lugli, il quale ha creato una vera e propria opera d’arte in scatola. “Sono partito da un ambiente banale che, apparentemente, non favoriva il mio lavoro. In realtà, riconsiderando gli elementi che avevo a disposizione e ricomponendoli in un ordine nuovo, sono riuscito ad aggiungere valori e personalità a questo luogo”. Due le geometrie ricorrenti nello spazio architettonico interno: “il rettangolo e il quadrato ritornano continuamente nelle duecento formelle ridipinte della controsoffittatura, nei mobili lineari e minimali, nelle strutture dei libri e nelle piastrelle della pavimentazione. Tanti quadrati colorati – spiega Adolfo Lugli – che dialogano con le differenti sfumature che popolano il mondo dei libri. Una libreria è un archivio di linguaggi e anche questo spazio, popolato di mie opere d’arte, da sempre all’insegna della relazione tra diversi linguaggi, lo è”.
Insomma un luogo vivo, mistico quasi, dove l’arte è protagonista. “Dove architettura, scultura e pittura si sono integrate con l’obiettivo comune di ospitare la parola scritta”, conclude Lugli.
Jessica Bianchi
 

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp