No permesso, no party

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Nella vita c’è sempre una prima volta e per gli studenti del Liceo scientifico Manfredo Fanti non è stata affatto piacevole ma è stata una ‘lezione di vita’ e magari, alla prossima occasione, riusciranno a districarsi meglio nei meandri della burocrazia. La festa di fine anno non si farà nel Cortile d’onore di Palazzo Pio così come avevano pensato i ragazzi responsabili dell’organizzazione e a spiegare perché è il direttore dei Musei Civici Manuela Rossi. “Non è mai arrivata formale richiesta di utilizzo degli spazi: in questi casi va inoltrata al sindaco non al direttore dei Musei civici. Gli studenti mi avevano inviato in maniera informale una mail mentre serve un soggetto legalmente riconosciuto (ente, scuola o azienda) e senza la firma del legale rappresentante: un testo inviato tramite mail da un privato non si può considerare come formale richiesta. Ci sono regole da rispettare affinché un documento possa essere protocollato. Non è mai stato detto no alla festa perché non è mai arrivata una  richiesta formale”.
Quando è arrivata la mail dagli studenti?
“Era la settimana del Patrono, intorno al 20 maggio”.
Ha avuto modo di incontrarli?
“Mi sono occupata della questione negli ultimi dieci giorni, so che in precedenza c’erano stati altri rapporti ma non con me. Ho incontrato gli studenti martedì 27 maggio insieme al Capo di Gabinetto Stefano Artioli e abbiamo sottoposto all’attenzione dei ragazzi le questioni legate al regolamento, ma soprattutto il problema della responsabilità sui minori e dei minori, che loro non avevano considerato ma che è norma del codice civile. La scuola è luogo in cui le responsabilità sono definite e se la richiesta fosse pervenuta dalla scuola non avremmo avuto problemi, ma qui siamo in una specie di limbo in cui non si sa chi risponde di chi e di cosa. Come ho spiegato a loro, nove volte su dieci per fortuna non succede niente ma quando parte un iter dobbiamo verificare che, nel malaugurato caso in cui succeda qualcosa, anche una banale caduta dalle scale, sia tutto a posto sia nei confronti del cittadino (nel caso specifico gli studenti e le loro famiglie) sia per chi ha la responsabilità, cioè l’Ente. Visti da fuori possono sembrare degli appesantimenti ma diventano sostanziali  se accade qualcosa di grave”.
Come si spiega il fatto che i ragazzi siano andati avanti coi preparativi per la festa convinti di poterla fare nel Cortile?
“Sinceramente non lo so. Il mio interessamento risale a due settimane fa e per me la cosa è nata in quel momento. Prima di andare avanti così tanto dovevano verificare alcuni punti fermi. Dal punto di vista della compatibilità di quello che volevano fare il problema non esisteva: volevano suonare musica dal vivo (e non discoteca)  fino a mezzanotte. Nessuno di noi ha posto problemi su questo”.
Come siete rimasti?
“L’incontro si è concluso serenamente. La cosa approcciata in tempi e modi diversi  avrebbe avuto altri esiti. Dispiace il fatto che, pur avendo proposto alcune alternative, da Piazzale Re Astolfo all’Area Zanichelli, non le abbiano prese in considerazione”.
Sara Gelli
 

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