“Senza il contributo di tutti, Sant’Antonio morirà”

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“Noi non molliamo e speriamo che Sant’Antonio in Mercadello possa rinascere”. Parola di Laura Cremaschi e degli altri dieci componenti del Comitato Fiera di Sant’Antonio. Ragazzi che, giorno dopo giorno, nonostante le difficoltà e gli impegni, si spendono volontariamente, per il bene della comunità, per creare occasioni di incontro e aggregazione. “Momenti preziosi perché i pochi rimasti in paese cominciano a soffrire di solitudine”, raccontano. “Del Sant’Antonio che conoscevamo, non è rimasta che l’ombra. E’ un paese fantasma e sta letteralmente morendo. I circa 900 abitanti che popolavano la frazione prima del sisma si sono purtroppo dimezzati e molti di coloro che hanno trovato sistemazioni altrove non hanno intenzione di tornare. A Natale il Comitato, insieme all’Associazione culturale il Mercadello, ha bussato a tutte le porte per porgere i nostri auguri: ben poche si sono aperte. Alcuni dicono che se non fosse per i mutui accesi non farebbero ritorno in Paese: è un dolore sentire certe affermazioni ma noi teniamo duro. Per il bene di tutti. A partire dalle attività economiche affinché non chiudano e continuino a offrire i loro servizi”. A Sant’Antonio la situazione è a dir poco sospesa. Congelata. “A parte un paio di vecchi casolari che, costituendo un pericolo per la sicurezza pubblica, sono stati abbattuti, tutto il resto è esattamente come due anni fa. Ci sono innumerevoli mostri vuoti, chiusi e pericolanti. Almeno a Rovereto gli stabili sono stati abbattuti e qualche cantiere è sorto: da noi tutto è immobile”. I volontari del Comitato non vogliono attribuire colpe, nè prestare il fianco ai rimpalli di responsabilità tra tecnici pubblici e privati, “ma la gente sta perdendo la speranza di rientrare nelle proprie abitazioni e non è giusto”, prosegue Laura. I giovani prendono l’auto e se ne vanno per trovare occasioni di svago, mentre gli anziani confinati nei paesi vicini non riescono a tornare a Sant’Antonio: “è stato inaugurato il PalaRotary, il nostro augurio è che quello spazio venga sfruttato al meglio e appieno da tutti, non solo dagli abitanti di Sant’Antonio”. L’invito, infatti, che spesso ricorre sulle labbra di questi ragazzi, è collaborazione. E, ancora,  vicinanza. Solidarietà. “La situazione è dura. Restare uniti è l’unico modo per ripartire. Basta campanilismi, questo è il tempo di andare oltre ogni divisione. Confidiamo nell’aiuto degli abitanti di Novi e Rovereto che a loro volta si stanno spendendo per tenere unite le proprie comunità: senza il contributo di tutti, infatti, si muore”. E questi ragazzi hanno tanto da insegnare, basti pensare che, nel novembre del 2012, nonostante la nostra terra fosse ancora in ginocchio dopo il sisma, hanno organizzato una raccolta alimentare e si sono recati, a bordo di due camion, a Albinia, per correre in aiuto degli alluvionati. Non sono mancati nemmeno a Bastiglia, a gennaio, dopo l’esondazione del Secchia,  perché la solidarietà fa parte del dna della nostra comunità. Non dimentichiamolo mai.  Grazie ragazzi!
Jessica Bianchi
 

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